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Duecento cinquanta addetti al servizio di portineria di Tim spa rischiano il posto di lavoro, a causa del trasferimento del servizio all’interno dell’azienda. E’ quanto denuncia la Filcams Cgil. Il presidio delle portinerie – spiega il sindacato – ad oggi è gestito da 3 diverse aziende; una di queste è La centrale srl, società cui Tim ha comunicato di non volersi più avvalere dei suoi servizi di vigilanza “avviando, di fatto, una procedura di licenziamento collettivo per i dipendenti impiegati in questa mansione”.
La Filcams ha provato a salvare i livelli occupazionali proponendo la cessione d’azienda e il ricollocamento degli attuali portieri da parte di Tim spa. “Una eventualità che l’azienda non ha voluto nemmeno prendere in considerazione – spiega il sindacato – , non presentandosi all’incontro fissato proprio per la definizione dei tempi per l’internalizzazione del servizio”.
“Una presa di posizione che amareggia – commenta l’organizzazione dei lavoratori –, soprattutto se affiancata alle notizie apprese in questi giorni dalla stampa, con la liquidazione milionaria all’alto dirigente in gran parte responsabile dell’attuale situazione societaria (l’ex ad Flavio Cattaneo, ndr)”.
“Con 25 milioni di euro – commentano i sindacalisti di Filcams Cgil Vanessa Caccerini e UilTucs Aldo Giammella, che stanno seguendo la trattativa con La Centrale – si garantirebbero altri 15 anni di lavoro a tutti i lavoratori in odore di licenziamento”.
Un ulteriore motivo di preoccupazione è rappresentato dal rischio di demansionamento per quei lavoratori Tim spa retrocessi a svolgere lavoro di portineria, fino ad oggi non contemplato dal piano di organizzazione aziendale. “Chiediamo a Tim di responsabilizzarsi sulla perdita di lavoro di 250 addetti dovuti ad una riorganizzazione interna – concludono i rappresentanti dei lavoratori – e di far valere la clausola sociale presente nel contratto collettivo di lavoro della vigilanza”.