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La proposta di legge delega al Governo di “Riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale”, presentata alla stampa nelle ore scorse e della quale non è ancora disponibile un testo da considerarsi ufficiale, "non si pone l'obiettivo di affrontare anche i problemi del lavoro nel settore". E' quanto si legge in una nota della Cgil
"Lavoro tutelato e partecipazione dei lavoratori sono fattori determinanti in qualsiasi progetto di riforma si voglia promuovere. Il lavoro è il motore delle tante iniziative di promozione sociale e di cooperazione da cui dipende la qualità dei servizi che si offrono ai cittadini e alle famiglie. Perciò esso non può essere ignorato, o collocato su un secondo piano, da un intervento che si pone l'obiettivo di riformare le regole delle attività di organizzazioni con finalità solidaristiche e di interesse generale".
"Occorre invece un ruolo attivo e partecipativo che i lavoratori devono avere nelle scelte strategiche e gestionali delle organizzazioni e degli enti impegnati nei diversi servizi di utilità sociale".
La Cgil, inoltre, "chiede che nella discussione sulla legge delega, che si aprirà nel percorso parlamentare, sia riconosciuto al lavoro un peso pari a quello assegnato agli altri temi trattati nei sette articoli. Sul disegno di legge delega la Cgil chiederà incontri e audizioni alle commissioni parlamentari competenti per la formulazione di considerazioni e proposte complessive", conclude il sindacato.