"Il dolore, lo sconforto, la paura, il pensiero rivolto alle vittime, la voglia di reagire, sono i sentimenti che accomunano la gente dell'Emilia Romagna in questo momento. Ma c'è rabbia, tanta rabbia, pensando ai lavoratori morti nel turno di notte tra sabato e domenica nelle fabbriche del ferrarese". Così Antonio Mattioli, responsabile politiche industriali della Cgil Emilia Romagna.
"Nessuno - prosegue il dirigente sindacale - vuole speculare sull'evento imprevedibile e sulla morte, ma morire perchè le fabbriche non stanno in piedi non è sopportabile, è inaccettabile. Adesso la magistratura farà il suo corso, ma la mancata sicurezza nel posto di lavoro non può essere derubricata come fatalità: su come vengono costruite le fabbriche e sul 'meno costa, meglio è' bisogna fare chiarezza. Da subito, in accordo con le istituzioni regionali e nazionali, insieme a Cisl e Uil, siamo intervenuti per sostenere le migliaia di lavoratori che hanno perso il lavoro, o rischiano di perderlo a causa di quello che è successo. Ma vogliamo lavorare in sicurezza: la nostra vita non può dipendere da un capannone costruito male". (mg)
Terremoto: Cgil Emilia Romagna, manca sicurezza lavoro
21 maggio 2012 • 00:00