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Vogliono tornare a vivere e per farlo hanno bisogno di una proroga degli ammortizzatori sociali insieme ad una moratoria fiscale e contributiva per tutti quei lavoratori colpiti dal sisma. Per sostenere queste due rivendicazioni i lavoratori di quei territori investiti dal terremoto dello scorso maggio sono scesi oggi a Roma per partecipare al presidio promosso dalla Cgil Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
Il messaggio è chiaro e ben visibile dal palco allestito in piazza del Pantheon della capitale: "Fateci respirare", recita lo striscione; ed è Danilo Barbi, segretario nazionale della Cgil, a spiegarne il senso: "Qui c'è gente che vuole tornare a vivere, che non molla ma che chiede di non essere mollata e che dai giorni immediatamente successivi al sisma si è tirata su le maniche. Ma adesso ha bisogno di sostegno".
Il terremoto ha segnato infatti profondamente quei territori "uccidendo 18 lavoratori, fermando 2.500 aziende e rendendo inagibili 40.000 abitazioni", come è stato ricordato in piazza dalla Cgil. E anche il tessuto economico ha subito "un pesante contraccolpo: si contano 78 milioni di ore di cassa integrazione da gennaio a ottobre 2012 e 16.000 lavoratori in mobilità". Il tutto si registra mentre "oggi a un lavoratore, a un pensionato, che deve rifarsi la casa, ricostruirsi la vita, non vengono sospesi i tributi fiscali". Vogliono pagare ma hanno bisogno di "respirare per ripartire altrimenti non ce la facciamo".
Chiedono giustizia ed equità, chiedono di essere trattati semplicemente da cittadini, e per questo sostengono l'approvazione di alcune misure: "La sospensione delle trattenute fiscali e previdenziali sulle buste paga dei lavoratori e sulle pensioni di chi ha subito danni dal sisma sino al termine dello stato di emergenza a Giugno 2013; la rateizzazione delle quote non pagate con modalità pari a quelle avvenute in occasione di altri eventi catastrofici; la sospensione dei tributi per chi ha subito danni dal sisma sino al termine dello stato di emergenza; la proroga degli ammortizzatori per evento sismico per tutto lo stato di emergenza e la promulgazione del decreto attuativo del ministero del lavoro".
Ma servirà, oltre le emergenze, anche ricostruire: ancora oggi 12 mila lavoratori sono senza lavoro a causa del crollo degli stabilimenti e per questo si chiede "l'erogazione immediata delle risorse necessarie a sostenere la ricostruzione". Più in generale, e non solo circoscritto ai territori investiti dal sisma dello scorso maggio, Barbi sostiene che "in questo Paese c'è bisogno di una legge quadro che preveda cosa fare in situazioni di emergenza determinate dai disastri ambientali. L'Italia è un paese fragile e c'è bisogno di una legge che dica cosa fare e come reagire al cospetto di eventi disastrosi". Così come, conclude Barbi, "c'è l'urgenza di mettere in campo un grande piano di messa in sicurezza del territorio nazionale, non solo per prendersi cura delle nostre terre ma anche per creare lavoro che è ciò di cui il paese ha bisogno".