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È sempre più critica la situazione di lavoratrici e lavoratori che operano negli appalti nel territorio della provincia di Terni. “Da ultimo, siamo costretti a denunciare il caso del bando per le pulizie del Comune di Terni, una gara ponte di un mese e mezzo che prevede il criterio del massimo ribasso, con inevitabili ripercussioni sulle ore da lavorare per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, che hanno già subìto un ridimensionamento delle ore nei precedenti appalti”. La denuncia arriva dalla Filcams Cgil di Terni che sottolinea come questa situazione “peserà negativamente sulla già compromessa condizione lavorativa ed economica degli occupati nel servizio”, con la previsione, tra l'altro, “di due cambi di appalto nel giro di poco tempo, poiché l’assegnazione in seguito alla chiusura della gara triennale non è stata effettuata”.
“È impensabile che si continui a giocare sempre sulla compressione dei diritti come unico regolatore del mercato – afferma Lucia Rossi, segretaria generale della Filcams Cgil di Terni –, con contratti non siglati dalle confederazioni sindacali, salari e diritti assolutamente inferiori, poche ore previste (per poi lavorarne il doppio e anche di più), ricorso sistematico alla somministrazione, a part time involontari, rapporti di lavoro a chiamata mai rescissi”.
Tra i problemi più sentiti, spiega ancora la Filcams Cgil, c'è quello del dumping contrattuale e il grande tema degli appalti, per il quale c’è ancora molto lavoro da fare. In particolare, secondo il sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi, è assolutamente necessario “fare riferimento all’elemento della congruità dell'offerta (alternativo al massimo ribasso), che garantisce le imprese, le lavoratrici e i lavoratori”.
“Più in generale – conclude Lucia Rossi – è sempre più evidente la necessità di un confronto serio e a tutto campo con le imprese e il sistema istituzionale per determinare un protocollo sugli appalti funzionale a una legge regionale in grado di garantire una competizione leale, basata sulla qualità del lavoro e dei servizi e non sulla compressione dei diritti”.