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“I forestali siciliani possono diventare una ricchezza nell'impiego produttivo del territorio e delle foreste dell'isola. Oggi si spendono 260 milioni l'anno in Sicilia per il sistema forestale e se ne incassano appena 4. Occorre intervenire subito per fare diventare produttivo il settore”. A dichiararlo è la Flai Cgil, scesa oggi (giovedì 26 maggio) in piazza Verdi, a Palermo, per svolgere il proprio ruolo di sindacato di strada, a contatto con i lavoratori, con una delle 20 “tende rosse” attualmente in giro per l'Italia, con la richiesta di un'inversione di rotta sul tema dell'ambiente.
La Flai ha presentato la proposta unitaria (redatta assieme a Fai Cisl e Uila Uil) di riordino del settore attraverso l'adozione di un testo unico per fondare un nuovo e sinergico sistema agro-ambientale-forestale, fondato sulla tutela delle biodiversità del territorio boschivo, sulla lotta agli incendi, sull'ampliamento della superficie boschiva, sulla diversificazione produttiva e sull'uso plurimo dei boschi (in termini paesaggistici, ricreativi e produttivi), sulla lotta alla desertificazione e al dissesto idrogeologico. Il sindacato chiede alla Regione di dare risposte in tempi brevi su un “Piano per l'ambiente”, perché insieme al dissesto idrogeologico, in una Sicilia col 70 per cento del territorio a rischio frane, si pensi pure alla salvaguardia della professionalità del lavoratore forestale.
“La grande maggioranza dei 24 mila forestali siciliani svolge 78 giornate, guadagna 4.500 euro nell'arco di un anno. E tanti altri fanno solo 101 ore” dice Enza Pisa, della segreteria Flai Cgil di Palermo: “Gli assunti a tempo indeterminato sono appena 1.400. La Sicilia spende le stesse somme della Calabria, che ha 7 mila lavoratori a tempo indeterminato. Da noi invece si cerca di sparare su questi lavoratori, per cercare un capro espiatorio. Si deve capire che l'intervento sull'ambiente non è assistenzialismo”.
La Flai lancia anche l'allarme sui parchi, dopo le ultime indagini che hanno svelato nel parco dei Nebrodi gli interessi della mafia nella gestione dei terreni pubblici, con l'appropriazione dei fondi della comunità europea. “I nostri parchi non devono stare nelle mani della mafia, che fa affari con i fondi europei. Il territorio deve essere salvaguardato e valorizzato per lo sviluppo della Sicilia” dichiara il segretario Flai Cgil Tonino Russo: “I forestali, troppo spesso attaccati dall'opinione pubblica, possono svolgere un ruolo fondamentale. E con loro i lavoratori dell'Esa e dei consorzi di bonifica. Chiediamo alla Regione di aprire un confronto sulle nostre proposte per una riconversione produttiva dei boschi”.
La riconversione in senso produttivo del settore deve puntare, secondo i sindacati, sull'implementazione della filiera del legno e dell'energia sostenibile, sulla valorizzazione di parchi e riserve. “Chiediamo che la forestazione diventi il punto di riferimento di una nuova occupazione” ha aggiunto il segretario Cgil Palermo Enzo Campo: “Non si può ogni anno trovare le risorse a dicembre per l'avvio del lavoro dei forestali. Siamo i primi a contestare questa forma di assistenzialismo ideologico. L'esercito dei forestali non è un baraccone elettorale ma una forza essenziale per lo sviluppo e la crescita della Regione. Invece oggi sono come i lavoratori di Almaviva: anche loro sono occupati in un lavoro povero”.
“Se entro il 15 giugno 2015 l'intesa Stato-regione non libererà i 500 milioni di euro di risorse previste dalla finanziaria 2016, la Sicilia si bloccherà”. Così il segretario regionale della Flai Salvatore Tripi, ricordando che “dentro ci sono pure le risorse per la manutenzione dei boschi e la prevenzione degli incendi”. Per il settore forestale, ha aggiunto, la spesa “è stata dimezzata: fino al 2012 la Regione spendeva 450 milioni, l'anno scorso la spesa è scesa a 260 milioni. Ma chiediamo l'inversione, per puntare sulle biomasse e sull'energia sostenibile, sull'utilizzo turistico e ricreativo del sistema della riserve. Alla Sicilia manca un progetto per rinnovare l'isola”.
All'incontro sono intervenuti il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il docente di Silvicoltura dell'Università di Palermo Donato S. La Mela Veca, la geologa Chiara Cappadonia. Ha concluso il segretario nazionale Flai Cgil Giovanni Mininni. “Oggi il sindacato di strada – ha detto – ha incontrato i forestali, ma anche il mondo accademico, delle professioni, dell'ambientalismo. Un confronto proficuo, perché insieme possiamo elaborare una piattaforma con un'idea di salvaguardia del paesaggio da presentare agli amministratori. La forestazione in Sicilia può essere importante volano di sviluppo, un punto di riferimento per le forestazioni delle altre regioni d'Italia, che stanno anche peggio”. All'incontro hanno partecipato anche i dirigenti del Dipartimento foreste, lavoratori forestali e la classe terza M dell'Istituto agrario Martorana.