"Rinnoviamo la richiesta alla sindaca Raggi di convocare in tempi rapidissimi un tavolo di confronto, in presenza del sovrintendente Fuortes, sulla situazione patrimoniale e gestionale del Teatro dell'Opera. I lavoratori di Roma in questi anni hanno dato un contributo notevole al progetto di risanamento e rilancio e non si può pensare di continuare a ignorare il confronto sulle loro legittime istanze". Così in una nota Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil di Roma e del Lazio.
La fondazione Teatro dell’Opera di Roma rappresenta una delle più importanti realtà produttive nel panorama della produzione culturale della città. "In questi anni – affermano le tre sigle – le politiche governative attuate nel settore delle fondazioni lirico sinfoniche hanno prodotto, in Italia e a Roma in particolare, una situazione di innegabile sofferenza, nonostante si tratti di realtà che a pieno titolo dovrebbero essere considerate strategiche per lo sviluppo culturale ed economico del paese".
Del resto, "anche le recenti decisioni ministeriali che negano alle fondazioni lirico sinfoniche gli ulteriori stanziamenti economici a favore del Fondo unico per lo spettacolo non fanno che aumentare le preoccupazioni per la tenuta complessiva del Teatro dell’Opera di Roma. E leggendo le relazioni ufficiali del commissario straordinario per i piani di risanamento delle Fondazioni, i motivi di apprensione per la situazione economica del teatro e per il buon andamento del programma di risanamento risultano ben motivati".
In questo contesto "la tendenza del sovrintendente Fuortes a sfuggire il confronto con le parti sociali a ogni livello non può che accentuare le criticità. Negli ultimi mesi la dirigenza del Costanzi, a partire dal sovrintendente, si è distinta purtroppo nel pensare di poter 'bastare a se stessa' manifestando nei fatti una certa miopia gestionale. La sindaca Raggi, in qualità di presidente della Fondazione, non può più rimandare l’apertura di un confronto serio e serrato con i rappresentanti dei lavoratori. A breve si porteranno a compimento alcuni passaggi delicatissimi del processo di risanamento delle Fondazioni e dell’Opera di Roma in particolare e il rischio che si arrivi a un redde rationem è più che teorico".