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Un lavoratore del Teatro Biondo di Palermo è tornato a lavoro, ma gli altri undici ancora no. “Apprendiamo con molto piacere che uno dei lavoratori posto in cassa integrazione è stato richiamato in servizio", ma dall'altra parte "dobbiamo, purtroppo, ancora una volta constatare che si continuano a perpetrare da parte di questa direzione azioni unilaterali e di grande disuguaglianza nei confronti dei lavoratori”. E' l'inizio della lettera che il segretario Slc Cgil Palermo, Maurizio Rosso, ha scritto al direttore del Teatro, Roberto Alajmo. Una lettera con la quale il segretario Slc invita la direzione del Teatro Biondo di richiamare al lavoro immediatamente tutti e 12 i lavoratori, senza creare disparità. “Il sindaco ci aveva promesso che sarebbero subito rientrati al lavoro tutti”, aggiunge Rosso.
La svolta, dopo due mesi di Fis (fondo di integrazione sociale), ammortizzatore sociale scattato dal 17 ottobre per sei mesi, all'interno del piano di risanamento del Teatro, è arrivata due giorni fa, quando l'unica sarta del Biondo è stata richiamata al lavoro perché nel frattempo i soci hanno versato i loro contributi. La cassa integrazione era scattata per recuperare circa 130 mila euro. “Il Comune venti giorni fa versato la quota di 1 milione e mezzo di contributi dovuti al teatro e in questi giorni è arrivata anche una quota di 400 mila euro, di cui 250 mila euro dalla Regione – spiega Rosso - Adesso basta, è ora di porre fine a questa azione scellerata, che vede i lavoratori non solo mortificati professionalmente ma con stipendi di circa 850 euro al mese. Questo per chiarire la favola dei lavoratori privilegiati dei teatri”.
Il ritorno di un solo lavoratore dalla Fis ha messo in subbuglio sindacati e lavoratori in attesa. “Continuiamo a non capire la ratio di queste decisioni – aggiunge Rosso nella lettera - Abbiamo più volte sostenuto la convinzione della scelleratezza di questo provvedimento di cassa integrazione, che ha colpito 12 lavoratori scelti senza un criterio su 45 per pagare la crisi, e di come sia stato ottuso sospendere dal lavoro l’unica sarta presente nel Teatro. Questa marcia indietro dimostra che avevamo ragione, questa cassa integrazione è inutile e ingiusta. Pertanto - conclude - intimiamo codesta direzione al richiamo immediato di tutti i 12 lavoratori che hanno subito la cassa integrazione e a non continuare in questi comportamenti discriminatori. Altrimenti questa organizzazione sindacale sarà costretta ad adottare le necessarie e dovute azioni di lotta”.