La Funzione Pubblica Cgil Sicilia ha chiesto un incontro all’assessore regionale al turismo, sport e spettacolo, Anthony Barbagallo, per affrontare il tema della crisi del teatro Vittorio Emanuele di Messina. Il sindacato ha anche proclamato lo stato di agitazione del personale. In una nota, la segretaria regionale, Clara Crocè, denuncia “l’insufficienza delle risorse assegnate dalla Regione al teatro in questione e la disparità di trattamento rispetto ai teatri di Palermo e Catania: mentre a questi ultimi le risorse assegnate ammontano rispettivamente a 28 e 23 euro per cittadino residente, al teatro di Messina sono 14,50 pro capite”.
La dirigente sindacale sottolinea che “il contributo regionale pari a 3.790.000 euro è appena sufficiente a coprire le spese di funzionamento del teatro. Per la programmazione della stagione artistica 2016/17, sono state stanziati solo 47.500; una cifra irrisoria, che non consentirà l'occupazione delle masse artistiche (orchestrali, attori, tecnici, ecc). Chiediamo che tra le spese obbligatorie vengano previste anche quelle del personale a tempo determinato, considerato che sono spese sostenute per il pagamento degli stipendi del personale. Tenuto conto della peculiarità dei teatri, che hanno l’esigenza di assumere solo stagionalmente, e atteso che la regione siciliana copre integralmente le spese per il personale. Tali somme non verrebbero così più distolte dalle spese di programmazione”.
Lo stabile di Messina ha una sessantina di dipendenti, in gran parte amministrativi. Tecnici, sarte e orchestrali sono stati assunti negli anni con contratti singoli, per qualche periodo con contratti stagionali, mentre i musicisti anche con partita Iva. Fino al 2014, al personale del teatro a tempo determinato e indeterminato è stato applicato il contratto delle fondazioni. Dal 1° gennaio 2015, dopo l’approvazione delle tabelle di equiparazione, agli amministrativi è stato applicato il contratto dei dipendenti regionali, mentre agli addetti a tempo determinato (tecnici, sarte e orchestrali) quello delle fondazioni, fino a quando, a seguito di qualche sentenza giudiziaria, è stato scritto a chiare lettere che a tutto l'organico doveva essere applicato il contratto dei dipendenti regionali. L'attuale sovrintendente e il commissario, entrambi nominati da qualche mese, hanno trovato una situazione finanziaria disastrosa. Il bilancio di previsione - approvato dal cda - è servito a coprire i debiti fuori bilancio per oltre un milione. In pratica, gli atti adottati dal teatro erano privi di copertura finanziaria. Dunque, la magistratura ha aperto un'inchiesta e la Guardia di finanza ha provveduto al sequestro di una serie di atti.