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Alla fine dell'esperienza del governo Monti, nato per portare l’Italia fuori dal pantano in cui l’aveva cacciata l’esecutivo precedente, i problemi per gli italiani sono rimasti più o meno intatti, se non addirittura aumentati. Del trinomio che avrebbe dovuto caratterizzare la sua politica, rigore, equità e crescita, è rimasto solo il rigore, mentre anche l’altro importante obiettivo annunciato, l’abbattimento del debito pubblico, non è stato raggiunto. Anzi, il debito è aumentato e contemporaneamente sono peggiorate le condizioni materiali delle persone”. Non usa giri di parole Vincenzo Scudiere nel formulare il suo giudizio (e quello della confederazione di corso d’Italia) sull’operato del governo dei tecnici a un anno dal suo insediamento. “Hanno cominciato dalle pensioni – prosegue il segretario confederale della Cgil – fino ad arrivare a misure che hanno portato sostanzialmente il paese in recessione, creando una condizione di grande squilibrio dal punto di vista sociale. Le distanze sono cresciute, l’Italia si è impoverita”.
Rassegna Riassumendo in una formula, si potrebbe dire che il governo dei professori ha ecceduto nel perseguire una linea quasi esclusivamente liberista.
Scudiere Esattamente. Il governo ha insistito nella sua linea di carattere liberista, alla base della quale c’è l’ideologia che ha portato il mondo nella crisi in cui si trova. Per questo dico che bisognerebbe avere un po’ di umiltà nel continuare a dichiarare che quella politica è una politica vincente. Bisognerebbe riconoscere che invece oggi i mercati non stanno governando assolutamente nessun processo, come era prevedibile, e che quindi c’è bisogno di più Stato. I governi hanno il dovere di intervenire nella fase critica in cui si trova l’economia, sia nazionale che europea. Questo governo ha determinato un solo fatto positivo: quello di aver messo il paese alla pari degli altri. Oggi l’Italia è riconosciuta e rispettata alla stregua degli altri suoi partner. Bisogna però anche sottolineare che eravamo giunti, per responsabilità della precedente maggioranza di governo, a un livello limite.
Rassegna Il merito principale di Monti è quello di aver evitato la bancarotta. È così?
Scudiere Di aver evitato il precipitare degli eventi, di aver limitato i danni che aveva fatto il governo Berlusconi, di aver contribuito a ricostruire una credibilità e un rispetto per il nostro paese. Un merito non secondario, che tuttavia risulta attenuato davanti ai disastri provocati nelle condizioni economiche e sociali degli italiani. Per questo diciamo che, pur riconoscendo queste virtù, i limiti appaiono sicuramente superiori.
Rassegna Anche sul versante del confronto con le parti sociali, il governo ha mostrato evidenti limiti.
Scudiere Limiti che hanno trovato il massimo dell’espressione negli ultimi mesi, allorquando si è capito chiaramente che se si accettavano le condizioni e la direzione di marcia che il governo aveva indicato, si poteva essere riconosciuti, altrimenti si stava fuori dal gioco. Una concezione sufficientemente autoritaria, che non fa onore in particolare a chi, all’interno della compagine governativa, ha sempre dichiarato di ispirarsi a principi liberali e non liberisti.
Rassegna Da questo punto di vista, in particolare nei rapporti con il sindacato, si può dire che si è fatto addirittura un passo indietro anche rispetto al governo guidato da Berlusconi?
Scudiere Un governo che voleva affrontare i temi della produttività, doveva cominciare a discutere – magari con i sindacati – dei limiti di sistema, dire esattamente quali sono le cose che non vanno e come vanno risolte per rendere il paese competitivo. Si è scelto invece di intervenire esclusivamente sulla condizione dei lavoratori e non si è avuto il coraggio di fare quello che un governo liberale avrebbe dovuto fare: affrontare i nodi reali, a partire dalla qualità delle azioni e delle produzioni industriali, dalle politiche infrastrutturali a quelle formative. Per seguire la sua linea di condotta, l’esecutivo ha ovviamente perso la scommessa, perché ha lasciato marcire i problemi, utilizzando temi propagandistici.
Rassegna Come ti spieghi questa scelta?
Scudiere Quando un governo si trova in una situazione di difficoltà sceglie sempre di percorrere la via più facile. Questo significa che non è all’altezza di affrontare i nodi reali del paese.
Rassegna Come il nodo della rappresentanza nei luoghi di lavoro?
Scudiere È il tema dei temi, la cartina di tornasole per capire a che punto è la democrazia nel nostro paese. Se si accetta l’idea che i corpi intermedi hanno un peso, bisogna anche definire un sistema di regole che, mettendo tutti sulla stessa linea di partenza, sia in grado di misurare il grado di rappresentanza. Non essere intervenuti su un aspetto così importante per il normale svolgimento delle relazioni industriali, rappresenta un vero e proprio vulnus, una lesione grave dei più elementari principi di democrazia.
Rassegna Non pensi che sui temi della democrazia si sia instaurata una convergenza di interessi tra il governo dei tecnici e il principale gruppo industriale del paese?
Scudiere Più che di convergenza io parlerei di una sottovalutazione anche da parte di questo governo nei confronti delle scelte dell’amministratore delegato della Fiat. Direi che siamo alle solite: si preferisce non chiedere conto al Lingotto di quali scelte reali si intendano fare in Italia e si continua ad assistere senza far nulla a decisioni mediante le quali si calpestano anche i diritti più elementari, come nei fatti le sentenze della magistratura dimostrano. Noi però non ci possiamo rassegnare al fatto che sia la magistratura a risolvere i problemi, anche perché alle spalle abbiamo l’accordo sottoscritto il 28 giugno del 2011 sulla contrattazione e la rappresentanza, che sarebbe il caso venisse riconosciuto a partire dal prossimo governo.
Rassegna Appunto. Sei sicuro si tratti soltanto di una sottovalutazione?
Scudiere È stata, diciamo, una condotta che ha in qualche modo aggravato una situazione già di per sé parecchio difficile. In questo, ritengo ci sia una grande responsabilità da parte del ministro Fornero, che a un certo punto sarebbe anche potuta intervenire con più
autorevolezza sull’argomento.
Rassegna A cosa ti riferisci in particolare?
Scudiere Non si può non ricordare che alla base delle scelte di Marchionne c’è l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, modificato nel ’95 con un referendum che aveva come finalità dichiarata quella di allargare la democrazia sindacale nei posti di lavoro, mentre l’abrogazione di alcune sue parti ha consentito alla Fiat di escludere la Fiom dalla possibilità di avere propri rappresentanti, in quanto non più firmataria dei contratti collettivi vigenti in azienda. Ora è evidente che un governo che avesse voluto effettivamente rispettare le regole del gioco, per prima cosa avrebbe dovuto mettere in campo un’ipotesi di nuova modifica dell’articolo 19.
Rassegna Cosa chiede la Cgil al prossimo governo che scaturirà dalle urne?
Scudiere Noi presenteremo il Piano del lavoro di qui a qualche settimana. Lì c’è un impianto strategico che consideriamo alternativo alle politiche che sono state attuate finora. È evidente che il prossimo governo dovrà intervenire subito sia sui temi del lavoro sia sui temi del reddito da lavoro, perché la situazione è insostenibile e bisogna subito mettere in campo delle azioni positive per migliorare la condizione delle persone e per dare una prospettiva ai giovani. Per quanto riguarda i temi della rappresentanza, se non ce la facciamo sul terreno sindacale, come l’accordo del 28 giugno prevede, meglio fare la legge.