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In questi giorni la Camera dei deputati è chiamata a esaminare la legge di stabilità, che all’art. 1 comma 344, taglia di 28 milioni di euro il fondo patronati e riduce sia l'aliquota contributiva che lo alimenta, sia l’acconto sull’attività già realizzata. Si tratta di una misura che, se approvata, metterebbe in ginocchio l’esistenza dei patronati che scontano già il taglio strutturale di 35 milioni dello scorso anno, arrivando a registrare, dal 2015 in poi, un totale annuo di riduzione di risorse di 63 milioni di euro.
Per questa ragione, i patronati aderenti al Ce.pa (Acli, Inas, Inca, Ital) hanno chiesto alla presidente della Camera, Laura Boldrini, un incontro urgente da svolgersi prima che la manovra finanziaria sia licenziata dal Parlamento, con la richiesta di fare le dovute pressioni affinché sia cancellata la norma sui tagli ai patronati, unica alternativa per consentire a questi istituti di poter continuare la loro attività di tutela gratuita nei confronti dei cittadini, soprattutto i più bisognosi.
“Pur avendo apprezzato il maxiemendamento – si legge nella lettera indirizzata alla presidente Boldrini - approvato al Senato della Repubblica, con il quale è stato ridotto il taglio di 48 milioni di euro originariamente previsto nella prima stesura della legge di stabilità, restiamo profondamente preoccupati”.
“Dovremmo affrontare – precisano nella nota i patronati Ce.Pa - una dolorosa riduzione del personale che con impegno e passione ogni giorno lavora a contatto con tutti i cittadini italiani e immigrati che vivono nel nostro paese o all’estero. Il provvedimento, allo stato attuale, comporterebbe la chiusura di molti dei nostri sportelli e i cittadini sarebbero quindi lasciati in balia del mercato privato dei consulenti, con l'aggravante di dover pagare per ottenere prestazioni previdenziali e socio-assistenziali cui hanno diritto”.
Uno scenario contro il quale, precisa il Ce.Pa, “continuiamo a ricevere significativi attestati di solidarietà non solo da parte di deputati e senatori, ma anche degli enti previdenziali (Inps e Inail), che hanno ripetutamente sottolineato come la riduzione delle risorse per noi metta in pericolo il loro stesso funzionamento”.
“Solo lo scorso anno – informano i patronati - un milione e 182.413 mila persone hanno firmato una petizione chiedendo al Parlamento di cancellare del tutto una norma ingiusta che ha già rischiato di mettere una pietra tombale sul diritto alla tutela gratuita. Quest’anno i cittadini hanno deciso di ribadire il proprio 'NO ai tagli ai patronati' mettendoci la faccia, sostenendo con un selfie la campagna promossa dai patronati d’Italia (Acli, Inas, Inca e Ital) #xidiritti #iocimettolafaccia”.
Ogni giorno, concludono, “sono centinaia le foto che raccogliamo dalla rete, con messaggi di solidarietà e appelli rivolti al governo e al Parlamento affinché non sia cancellata la tutela solidaristica e universale gratuita che attualmente offrono i patronati”.