La multinazionale British and American Tobacco (Bat) ha comunicato alle Organizzazioni sindacali Fai-Flai-Uila di voler chiudere lo stabilimento di Lecce e di voler delocalizzare le produzioni nell’Est Europa. Il sito pugliese, dove si producono sigarette con il marchio ‘Ms’ e dove sono occupati circa 500 lavoratori compreso l’indotto, è l’ultimo di proprietà del gruppo ad essere rimasto ancora attivo nel nostro paese.
“Siamo assolutamente contrari alla chiusura del sito di Lecce – ha dichiarato Ettore Ronconi della Flai-Cgil nazionale – perché con questa operazione la Bat lascia i lavoratori senza una prospettiva occupazionale ed impoverisce un territorio del Mezzogiorno privandolo di una produzione di qualità”.
“La Bat – ha continuato Ronconi – ha deciso di emulare il comportamento di molte altre aziende multinazionali agro-alimentari e di abbandonare definitivamente il nostro paese in favore dell’Est Europa, adducendo la solita motivazione dell’abbattimento dei costi di produzione. Ha stracciato, inoltre, l’accordo sindacale sottoscritto due anni fa, quando diede vita ad un pesantissimo piano di riorganizzazione che è costato la chiusura di tre stabilimenti e il concentramento delle produzioni su Lecce”.
“E’ per questo – ha concluso Ronconi – che chiediamo alla Bat di ritornare sui propri passi e di assumersi le proprie responsabilità nei confronti di un paese che fino ad oggi gli ha consentito di produrre utili”.
I lavoratori sono già in stato di agitazione e saranno presenti questa sera con uno striscione allo stadio ‘Via del Mare’ in occasione della partita di campionato Lecce-Parma per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla vertenza che li vede coinvolti.
Tabacco: Bat chiude impianto Lecce, 500 posti a rischio
22 settembre 2010 • 00:00