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A pochi giorni dall'incontro al Ministero, la vertenza dei call center siciliani è ancora in alto mare. Almeno a quanto dice il sindacato. “E' arrivato il momento di smetterla con i proclami. Al presidente Crocetta chiediamo di intervenire personalmente con le dovute iniziative e pressioni istituzionali a salvaguardia dei lavoratori di questo e di tutti i call center siciliani”. Lo dicono in una nota congiunta il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro e il coordinatore regionale della Slc, Davide Foti.
Mancano pochi giorni ormai al confronto al Mise dei sindacati col governo, in programma il 9 marzo. Il tavolo è stato convocato poco dopo la proclamazione unitaria per l'11 marzo dello sciopero generale nazionale dei call center. A Roma si parlerà della mancata applicazione delle leggi che regolamentano le delocazioni, dell'applicazione corretta della clausola sociale e soprattutto, dicono Pagliaro e Foti, “dello scandaloso strumento delle gare al massimo ribasso”'.
I temi dunque sono quelli della della vertenza Almaviva e non solo. Perché “i bandi di gara al massimo ribasso messi in essere dalle grandi committenti statali come Poste ed Enel senza tenere conto del costo minimo contrattuale del lavoro, stanno mettendo in ginocchio migliaia di lavoratori e le loro famiglie, mentre il governo nazionale tace'”.
Pagliaro e Foti giudicano anche “inaccettabile il fatto che le grandi committenti nazionali mettano anche in discussione la clausola sociale della legge sugli appalti, cioè la continuità occupazionale in caso dicambio di appalto, e che non esitino a fare macelleria sociale”. “I call center in Sicilia- concludono - danno lavoro a migliaia di persone, la sola Almaviva a 6 mila. Il governo regionale non può certo lavarsi le mani dei problemi aperti ma deve intervenire”.