Parole irripetibili, palpeggiamenti, gesti offensivi e richiamanti pratiche sessuali, e ancora, l’atto di denudarsi e di lanciarsi in un tentativo di stupro: è questa l’orribile cronaca di cui sono state vittime due giovani donne, di 40 e 20 anni, madre e figlia, proprietarie di un bar nella piccola località avellinese di Sturno. Oggetto di violenza perché straniere e donne. “Fate quello che fanno le rumene” gli avrebbero intimato, dopo aver distrutto il locale ed essersi avventante addosso.
"Un episodio di violenza inaudita a sfondo razzista e sessista, che non può restare sottaciuto e deve richiamare tutta la società civile e impegnarla ad agire contro l’ondata di violenza fascista, xenoba, sessita che sta invadendo il paese e che nelle aree interne, nelle periferie, nelle zone che più sono abbandonate a loro stesse possono trovare il terreno fertile", si legge in una nota della Cgil di Avellino e Campania.
"Per fortuna la prontezza di intervento di una delle donne e dei carabinieri ha fatto sì che quella vicenda non si trasformasse in tragedia. Ma non possiamo affidarci alla sorte e alla buona volontà degli operatori. La Regione Campania deve dotarsi di un sistema di prevenzione e di contrasto della violenza contro le donne che metta insieme tutti i soggetti coinvolti nell’azione di contrasto del fenomeno ma allo stesso tempo tutta la società è richiamata ad alzare una barriere che si opponga al clima fascista, violento, d’intolleranza che sta attraversando il Paese", termina il comunicato.