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Aurora lavora nel mondo dell'hotellerie fin dai tempi della scuola alberghiera, e dopo qualche lavoretto stagionale e un’esperienza all’estero ha iniziato a lavorare in un noto albergo di una città piemontese. È stata la prima impiegata assunta, numero 1 sul libro matricola. “In quel periodo essendo l'unica dipendente. Seguivo l'amministrazione, ufficio del personale e gli acquisti di tutto il materiale dell'hotel”. Poi ha iniziato a occuparsi quasi esclusivamente di acquisti, controllo costi, con la qualifica di responsabile economato ed è stata promossa al 2' livello.
Una passione, più che un lavoro, scelto da giovanissima, quando aspirazioni e sogni orientano con energia le strade di ognuno di noi. L’idea di aver raggiunto il suo obiettivo si spezza il 1 febbraio 2014, quando in seguito a una cessione di ramo d'azienda, un comparto è stato terziarizzato. Da lì tutto cambia. Le condizioni di lavoro piano piano peggiorano, per tutti.
“I dipendenti coinvolti sono stati 12 a tempo indeterminato, 7 determinati e 8 a chiamata - racconta la donna - ma ora siamo rimasti in 9, a tempi indeterminato, 2 apprendisti 'falsi', una manciata di determinati ed un numero indefinibile di contratti a chiamata ed extra che sono almeno una trentina, il tutto farcito con un nutrito stuolo di stagisti. In questo modo non si riesce a creare dei gruppi di lavoro omogenei e ben affiatati, di conseguenza il servizio fornito ai clienti non rispetta gli standard che un hotel 5 stelle lusso dovrebbe avere, con successiva insoddisfazione loro e nostra frustrazione”.
Nonostante ruolo e livello, Aurora è impiegata a tempo pieno anche come magazziniere e ciclicamente è oggetto di attacchi di tipo personale: “Credo che in parte sia dovuto al mio ruolo di Rsa, ma anche al fatto che, occupandomi di costi, sono spesso capro espiatorio per giustificare la mala gestione”.
I rapporti con il datore di lavoro sono ormai tesissimi, in taluni casi quasi inesistenti. “Noi lavoratori siamo sfiduciati dalla pessima gestione. Due direttori sono stati mandati via nell'arco di pochi mesi e non avendo un tramite con la proprietà, si sono innescati dei meccanismi difficili da gestire. Attacchi, intimidazioni, e una gestione superficiale, stanno rendendo un tormento un lavoro potenzialmente affascinante".
È per questo che Aurora sarà in prima linea il 15 aprile, per lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori del turismo: “Aderisco allo sciopero perché non voglio delegare ad altri ciò che posso fare in prima persona. Lo faccio per quei colleghi che, impauriti dalle ritorsioni del nostro datore di lavoro, non parteciperebbero mai. Faccio sciopero perché a 46 anni si deve osare, prendere coscienza dei reali problemi e voglio farmene carico, e anche per insegnare a mio figlio 12enne che non ci si deve svendere e che si devono difendere diritti e principi per quali i suoi nonni e bisnonni hanno tanto lottato, qualcuno anche a fianco dei partigiani”.
Questa è solo una delle tante storie di disagio per cui la Filcams Cgil vuole continuare a lottare. “Ci stiamo opponendo già da diversi anni a questa tendenza che cerca di svalutare il lavoro e i lavoratori, diminuendo i diritti e svilendo la professionalità - afferma Cristian Sesena segretario nazionale della Filcams Cgil -. Lo stesso ministro Franceschini, nel suo intervento a Cernobbio, ha definito il turismo il settore che può trainare la crescita. Ma è ormai tempo di cambiare passo, individuare un piano strategico e investimenti concreti, rivalutare il settore impegnando risorse, energie, puntando sulla formazione e la professionalità".