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Sciopero generale oggi (venerdì 26 maggio) e presidio nazionale a Roma, davanti alla Camera dei deputati, dei lavoratori di Equitalia. A motivare la protesta, indetta da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca Uil, è la forte preoccupazione “che la categoria non ottenga giustizia e rispetto della legittima richiesta di adeguamento del Fondo speciale alla legge 335/1995”. Alla mobilitazione partecipa anche il personale di Equitalia Giustizia che, a seguito della legge di riforma, è destinato a passare sotto il ministero dell’Economia.
In gioco è il futuro previdenziale dei lavoratori esattoriali, un futuro “affidato dal decreto di riforma di Equitalia, poi convertito con legge 225/2016, alle decisioni del ministero del Lavoro”, riforma che ha previsto la costituzione del nuovo ente pubblico economico “Agenzia delle entrate-Riscossione”. Da tempo i sindacati chiedono al governo di chiarire le proprie intenzioni, ma finora non sono giunte risposte.
Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca affermano “la necessità di avere un Fondo che, seppur gestito dall’Inps in completa autonomia, dia prestazioni a fronte dell’obbligo della contribuzione che mensilmente gli addetti al settore versano”. E precisano di non chiedere “privilegi né vitalizi, ma solo il riscontro dei nostri versamenti previdenziali”, sottolineando di non voler rimanere “inermi di fronte allo scippo del nostro futuro previdenziale e dei nostri sacrifici economici”.
Ma la questione del Fondo non è l’unica rivendicazione dei lavoratori esattoriali. I sindacati, infatti, chiedono al ministero dell’Economia di stanziare “le risorse necessarie al finanziamento del rinnovo del contratto nazionale, ormai fermo all’ultimo rinnovo del 9 aprile 2008”. Questo anche per permettere “alla nostra categoria, ingiustamente sottoposta al blocco imposto dalla legge 122/2010, di recuperare il reale potere d’acquisto delle proprie retribuzioni dopo troppi anni di stallo”.
Un altro tema sensibile è quello relativo al ricorso presentato al Tar del Lazio da Dirpubblica, sindacato dei dirigenti della pubblica amministrazione. L’organizzazione sta infatti “chiedendo alla magistratura amministrativa di annullare il risultato della nostra lotta dei mesi scorsi, e imporre la selezione, già prevista nel testo originario del decreto legge 193/2016, che cancella anni di professionalità e mette a rischio il nostro posto di lavoro”. Sul punto, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca rimarcano anche che “uno dei fondamenti dell’attività sindacale è la solidarietà: non si può fare questo lavoro cercando di colpire altri lavoratori”.
In piazza Montecitorio, a Roma, ci saranno anche i dipendenti di Equitalia Giustizia, struttura destinata a passare sotto il ministero dell’Economia. Per questi lavoratori, concludono i sindacati, chiediamo “il rispetto delle professionalità, la garanzia del futuro occupazionale e soprattutto il mantenimento dell’area contrattuale di provenienza”.