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Oggi StMicroelectronics ha annunciato una ristrutturazione che prevede la riduzione di 1.400 lavoratori nel mondo, di cui 430 in Francia, 670 in Asia e 120 negli Stati Uniti, e il ricollocamento di 600 lavoratori all'interno del gruppo. L'azienda di microelettronica ha deciso di interrompere lo sviluppo di nuove piattaforme e prodotti standard per set top box e home gateway. L'Italia non è coinvolta nel piano di riduzione del personale ma i risultati complessivi non fanno stare tranquilli. Il gruppo ha infatti chiuso il 2015 con 6,90 miliardi di dollari di ricavi, in calo del 6,8% rispetto al 2014, e con un utile netto anch'esso in flessione a 104 milioni di dollari, contro i 128 milioni dello scorso anno.
Per Roberta Turi, segretaria nazionale della Fiom, “per noi è del tutto negativo che il gruppo, a fronte di una continua discesa nella maggior parte dei parametri economici, fatta eccezione per i guadagni del board e degli azionisti, non pensi ad un vero piano di rilancio e di sviluppo, ma continui a perpetrare una politica di contrazione dei costi e riduzione del personale, non lasciando intravedere strategie per una vera inversione di rotta”.
“Negli ultimi mesi - continua - abbiamo più volte sollecitato un incontro con Stefano Firpo, direttore generale per la politica industriale del ministero dello Sviluppo economico, ma non abbiamo avuto ad oggi alcuna risposta. La StMicroelectronics è controllata da Italia e Francia con una quota congiunta del 27,5%. L'Italia però, a differenza del Governo francese, che oggi ha chiesto ad StMicroelectronics un cambiamento di strategia, sembra non abbia nulla da dire”.
“La Fiom - conclude la sindacalista - ritiene che il Governo debba intervenire, anche con una seria politica industriale, affinché nel breve-medio periodo non ci siano ripercussioni negative sui livelli occupazionali di StMicroelectronics e sulle prospettive industriali dei siti italiani”.