Ci si aspettava che la vittoria di Obama avrebbe cambiato tutto. Con i democratici al comando sia alla Casa Bianca che al Congresso, le carte erano a favore del movimento dei lavoratori. Eppure molte organizzazioni sindacali americane sembrano distratte da lotte intestine. A questo tema il New York Times dedica un lungo articolo che esamina debolezze e contraddizioni del sistema sindacale statunitense. Il servizio prende il via da alcune valutazioni di esperti ed attivisti. C’è chi come Amy B. Dean – che ha dedicato un libro alle strategie per rafforzare l’organizzazione sindacale - parla di un suicidio: “La controparte non deve neppure sforzarsi per colpirci”, e c’è chi come Charles B. Craver, docente di diritto del lavoro alla George Washington University, tenta di analizzare le possibili conseguenze: “I sindacati devono fare fronte unito quando si presentano al Congresso per ottenere leggi a loro favore. Se mancano questa occasione, sarà un momento molto triste perché potrebbero non averne un’altra per anni a venire”.

Dietro lotte e battaglie non ci sono grandi differenze filosofiche – spiega il New York Times – quanto piuttosto degli scontri di potere che potrebbero costare anche la mancata approvazione dell’Employee Free Choice Act, la legge più attesa che dovrebbe semplificare l’iscrizione al sindacato. Il quotidiano della Grande Mela passa in rassegna fusioni e scissioni. Dalla nascita del sindacato dei servizi Unite Here, che ha riunito due diverse organizzazioni, all’eventuale divorzio con tanto di sferzate tra i due segretari passando per i 100mila fuorisciti che hanno optato per la confederazione SEIU accusata a sua volta di vera e propria “pirateria”. L’articolo non dimentica neppure le fratture tra l’AFL-CIO e Change to Win che, dopo l’elezioni del presidente Obama, si pensava venissero facilmente risolte. Le conclusioni sono affidate ancora all’attivista Amy B. Dean: “E’ doloroso assistere a queste lotte intestine. Il movimento sindacale non può spendere e sprecare questo tipo di risorse, alla fine della fiera gli interessi dei lavoratori non fanno progressi”.

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