“Un freno all'antipolitica? Più sensibilità per poveri, pensionati e ceto medio”. È questo il titolo del bell’articolo di Corrado Stajano su Il Corriere della Sera. “È proprio il lavoro il protagonista – scrive il giornalista-scrittore –: non è una merce, non può essere comprato, venduto, scambiato, affittato come un bilocale, un'automobile, un frigorifero. Le tabelle degli economisti, si sa, sono fitte di calcoli e di curve sghembe, ma i numeri non son fatti di carne e di sangue come gli uomini e le donne. È grave il compito di risanare i guasti di altri ma forse è necessaria un po' più di sensibilità verso chi non ha, i poveri, i pensionati, gli ultimi – e un comportamento più partecipe nei confronti della borghesia, muro maestro nella costruzione dello Stato unitario che ora, con la sua eclissi, ha creato un vuoto difficile da colmare. Se si assomma poi all'abdicazione della borghesia, il minor peso della classe operaia più avanzata, si capisce come, soprattutto nelle grandi città del Nord, sia mutato quell'assetto sociale che legò l'una all'altra e impedì nel passato derive autoritarie”.
Stajano, contro l’antipolitica più attenzione ai deboli
3 maggio 2012 • 00:00