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Riprende il dialogo tra governo, sindacati e Sogin-Nucleco. Due incontri a scadenza settimanale (il primo oggi martedì 30 ottobre, il secondo martedì 6 novembre) a Roma, presso il ministero dello Sviluppo economico, per cercare di risolvere le numerose questioni della spa del ministero dell’Economia incaricata della demolizione e della tenuta in sicurezza del nostro parco nucleare. Nell’ultimo incontro, di giovedì 25 ottobre, si sono gettate le basi per “l’individuazione – recita una nota del dicastero – delle modalità necessarie alla definizione di un percorso di consolidamento occupazionale di tutti i lavoratori oggetto della vertenza”. Adesso occorre, ovviamente, trovare l’accordo sui numeri e sulle persone, proprio per dare risposte a tutti coloro che finora hanno prestato la propria attività nelle due società.
“Per noi è assolutamente prioritario che nessuno venga escluso dal processo di stabilizzazione per quanto riguarda sia Sogin sia Nucleco”, affermano le segretarie nazionali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, rimarcando che questo processo si sarebbe “potuto definire autonomamente e in via pacifica se non fossimo rimasti inascoltati per anni dal management del gruppo”. La protesta sindacale, infatti, è esplosa in seguito alla mancata stabilizzazione di 80 lavoratori assunti con contratti di lavoro a somministrazione. I sindacati, dunque, evidenziano l’esigenza “del ripristino delle relazioni industriali completamente assenti da anni, così come riconosciuto dallo stesso ministero”, sottolineando anche “il comportamento irrispettoso della controparte nei confronti dei lavoratori”.
Ma la lista delle promesse non mantenute dall’azienda sembra essere lunga. A provocare la mobilitazione, oltre alla questione delle stabilizzazioni, è anche “la mancata applicazione – spiega il segretario della Filctem Cgil nazionale Mauro Tudino – del protocollo sull'occupabilità, firmato nell'ottobre 2017, che prevedeva la copertura delle posizioni obbligatorie, la valorizzazione della formazione, la revisione degli accordi economici e della classificazione del personale, l'incentivazione di strumenti flessibili a garanzia di una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.
Sono molti, dunque, i motivi di dissidio tra sindacati e azienda, che hanno spinto venerdì 19 ottobre Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil a quattro ore di sciopero generale, con manifestazione nazionale a Roma. I lavoratori chiedono l’apertura di un tavolo (con i ministeri dell’Economia e dello Sviluppo economico) per esaminare il piano industriale di Sogin e “gli interventi necessari per ricondurre la gestione manageriale dell’azienda a un idoneo conseguimento del fine ultimo dell’azienda stessa, il decommissioning (lo smantellamento degli impianti nucleari, ndr), obiettivo ancora troppo lontano”. I sindacati lamentano anche la destrutturazione dell’organizzazione e il ridimensionamento dell’attività di Nucleco, il ritardo sulla messa in sicurezza dei depositi temporanei e la mancata armonizzazione del contratto di settore ai lavoratori Nucleco.