“E' inaccettabile che, per come sta prendendo forma la legge di stabilità, non ci sia nulla per quanto riguarda l'insostenibile peso del fisco sui redditi da lavoro mentre si guarda alle imprese con l'operazione sull'Irap”. E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi, circa l'iter parlamentare della legge di stabilità.

Nel merito, osserva il dirigente sindacale, “è di sicuro un punto positivo che siano stati eliminati quegli interventi, di tetto o di franchigia, per quanto riguarda in generale il capitolo deduzioni e detrazioni fiscali. Ma - prosegue Barbi - a quanto pare rimarrebbero due questioni critiche: una è il superamento della riduzione dell'Irpef, che aveva il torto di dare uno stesso risparmio fiscale a tutti i redditi, anche ai più ricchi, per un intervento sulle detrazioni Irpef per i figli a carico e soprattutto per il taglio dell'Irap”.

Barbi denuncia come “non si sia andati verso una riduzione fiscale verso il lavoro e i redditi da lavoro, come da noi richiesto: si aumentano le detrazioni per i figli ma ai lavoratori che non ne hanno non si dà nulla. E' inaccettabile che non ci sia nulla per i redditi da lavoro nella legge di stabilità”. Inoltre, aggiunge il segretario confederale Cgil, secondo punto critico, “non va bene che sia rimasto l'aumento dell'Iva dal 21 al 22 per cento. C'erano e ci sono tutt'ora misure alternative, a partire dal portare il prelievo sulle rendite finanziarie almeno al livello europeo visto che oggi quello italiano è il più basso tra i paesi europei. Temiamo - conclude Barbi - che non si sia voluto fare per un esplicito veto europeo che ha motivi squisitamente politici e non contabili”.