“A essere sincero ero convinto di farcela e mi aspettavo anche uno scarto maggiore. Ora c'è il problema di ricompattare Confindustria. E davvero ce la metterò tutta, cercherò di fare del mio meglio e di essere il presidente di tutti”. Intervistato da Il Messaggero, il neo presidente di Confindustria esordisce con un’ammissione e una promessa. E sul segreto del suo gruppo, che va bene nonostante la crisi, dice Squinzi: “Il fattore più importante credo che sia la capacità di innovare continuamente. Il mio gruppo investe ogni anno il 5% del fatturato in ricerca e sviluppo, non solo in Italia ovviamente. Sono circa cento milioni di euro all'anno. Per usare un termine brutto ma che rende l'idea, direi che il nostro segreto è quello di essere glocal: globali e locali allo stesso tempo”.

La sua priorità: “Vorrei far ripartire la crescita in Italia. Anche perché solo così si potrà sconfiggere la disoccupazione, in particolare quella giovanile. E credo che la priorità delle priorità sia la semplificazione normativa- burocratica. Sono assolutamente convinto: è la madre di tutte le virtù. Su questo punto bisognerà sensibilizzare il Paese e chi ci governa. Nel passato sono stato un grande tifoso di Franco Bassanini e della sua riforma: dobbiamo ripartire da lì. Importante è anche il tema dell'Europa: mi piacerebbe assistere alla nascita degli Stati Uniti d'Europa”. E sulla riforma del mercato del lavoro Giorgio Squinzi comprensibilmente glissa: “Si tratta di un tema che sta ancora affrontando la presidente in carica. E comunque bisognerà vedere bene la formulazione finale”.