“Cosa può fare una grande organizzazione come la nostra in un periodo così difficile, dove in Europa e nel mondo prevalgono sovranismo, populismo, razzismo, xenofobia? Di certo non dividersi”. È un passaggio dell’intervento del segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato, dal palco del XVIII Congresso nazionale della Cgil.

“Non abbiamo più una struttura politica capace di rappresentare i nostri valori, i nostri bisogni nel Parlamento. Molti di noi si sono chiesti se oggi fossimo negli anni ‘40, quando Di Vittorio la mattina guidava la Cgil e il pomeriggio lavorava nell’assemblea costituente, permetterebbe una divisione nell’unica grande organizzazione che oggi rappresenta nel paese la sinistra e il mondo del lavoro? Non credo”.

Unità, dice Sposato, per affrontare “temi importanti, il Sud, la coesione sociale, perché quando andiamo a esercitare la pratica alcune determinazioni del gruppo dirigente spesso sono distanti da quello che facciamo. Per esempio avremmo voluto che la vertenza dei 4500 Lsu in Calabria fosse diventata vertenza nazionale. Una unità delle lotte, del lavoro, per tenere unito il Paese”.

Unità a rischio per i progetti “di autonomia differenziata, una sciagura, su questo Cgil, Cisl e Uil dovranno avviare mobilitazioni unitarie. Così come per le questioni che riguardano i diritti umani. Quel che accade nel Mediterraneo è la vergogna dell’umanità. Dobbiamo elevare la discussione ma soprattutto la capacità di azione della Cgil”.

Un’azione incisiva sui temi dell’immigrazione “in una regione come la nostra dove abbiamo vissuto tragedie, ragazzi morti bruciati nella baraccopoli di San Ferdinando. Questo Paese viola i diritti umani, dobbiamo denunciarlo. Fare le battaglie di contrasto alle mafie. Non si risolve questione Sud senza una battaglia netta alla criminalità”.