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La situazione è critica, ma vi sono strade percorribili. Questa la sintesi della situazione della Valtur, emersa nell'incontro del tavolo di crisi presso il ministero dello Sviluppo economico che si è concluso nella serata di mercoledì 18 aprile. Nel vertice è stato rivelato l'interesse di alcune realtà nel rilevare i villaggi Valtur, il marchio e di dare continuità all'azienda. “Il ministero – spiega la Filcams Cgil – sta svolgendo un importante lavoro di sollecitazione sugli operatori del mercato, alcuni dei quali hanno palesato il loro interesse solo nelle ultime settimane”.
Gli ostacoli a una positiva risoluzione della vertenza sono insiti nella procedura di liquidazione, ovvero alla strada scelta dall'Investindustrial di Andrea Bonomi per uscire dalla società. L'iter di liquidazione non lascia margini di trattativa per un passaggio dell'intero perimetro e non sono attivabili percorsi di continuità come per altri percorsi concorsuali. “Abbiamo contestato la scelta della liquidazione sin dall'inizio” dice Luca De Zolt (Filcams), ma “la proprietà è inamovibile e non intende cambiare programma. Al di là delle palesi responsabilità che si è assunta Investindustrial nello scegliere questo percorso, che mira a cancellare Valtur, serve lavorare per percorsi di salvataggio, che sono ancora possibili”.
Nelle ultime settimane i lavoratori hanno messo in luce il grande patrimonio che Valtur rappresenta: con la conferenza stampa del 9 aprile e la campagna social #siamogenteValtur si è reso visibile il valore di questa esperienza unica nell'accoglienza italiana, e sono stati ricordati i punti di forza anche rispetto ai dati sul prodotto. “Ma chi vuole acquisire questo patrimonio commerciale non può pensare di comprare solo il marchio”, avverte Luigi Brianzi (Filcams Milano), sottolineando che nell'incontro al ministero è emerso “che alcuni players del settore si sarebbero già fatti avanti per la sola acquisizione del marchio, e questo sarebbe la pietra tombale della realtà Valtur. Abbiamo chiesto ai responsabili di Valtur di realizzare l'asta solo in presenza di un progetto di rilancio”.
Progetto che sarebbe possibile solo se uno degli operatori interessati contrattualizzasse un certo numero di villaggi, così da ricostituire parte del perimetro Valtur, sul quale reinnestare il nucleo amministrativo del tour operator e ridare linfa a questa lunga storia italiana. A quel punto l'operazione dovrebbe essere completata con l'acquisizione del marchio. “Siamo di fronte a un percorso inedito e non facile”, conclude De Zolt, ma “se si avverasse questo interesse dovranno essere messi in campo tutti gli strumenti utili per accompagnarlo. Abbiamo di fronte settimane decisive. Al netto dell'operazione Cdp-Th Resort, discutibile quanto certa, rimangono altri nove villaggi che sono stati liberati dai contratti con la liquidazione o verranno liberati nei prossimi giorni. È una corsa contro il tempo, ma noi non ci arrendiamo”.