Tutti i giornali parlano oggi dell’intervista del ministro Piero Giarda a Radio Vaticana e titolano sui risparmi che è possibile fare su 100 miliardi di spese pubbliche “rivedibili” da subito. Ma la notizia (a parte l’arrotondamento a 100 miliardi degli 80 già noti da tempo e contenuti nella relazione dello stesso Giarda sulla spending review, pubblicata assieme ad altri documenti sul sito di Palazzo Chigi) è che in settimana il commissario Bondi farà avere al comitato interministeriale la sua relazione su dove si possono fare effettivamente i tagli. E che, visto che il decreto sulla spending review prevede come data limite la fine maggio, tra pochissimi giorni, tutti i ministeri dovranno presentare il loro programma di tagli e di razionalizzazioni”.

“Giarda assicura – scrive Il Messaggero –: nessuna resistenza da parte dei ministri di spesa. I quali, anzi, stanno collaborando con la messa a punto ‘dei progetti di ristrutturazione delle loro attività’. Qualche preoccupazione, invece, Giarda non nasconde di averla per lo step successivo: quando cioè ‘questi progetti si tradurranno in iniziative legislative per la riduzione degli stanziamenti’”. Scrive La Repubblica: “I primi riscontri reali si avranno appunto con la relazione di Bondi. L'analisi dovrebbe essere incentrata sulla spesa per beni e servizi sostenuta da ministeri, regioni, enti e comuni. Il capitolo più grosso dovrebbe riguardare la spesa sanitaria e i diversi prezzi che le stesse voci (dal costo della tac a quello per le garze) possono avere sul territorio. L'idea di fondo è che tutti i centri di spesa acquistino beni e servizi (a partire dall'elettricità) al minor prezzo disponibile grazie al controllo della Consip, la centrale unica di acquisti”.