“Abbiamo promosso la campagna Ue Care e una vertenza sulle politiche per i migranti e sulla rete d’accoglienza dei minori, coinvolgendo anche i sindacati europei. Non è solo preservare l’umanità, ma è la scelta di affrontare il tema delle migrazioni e della mobilità delle persone con uno sguardo globale ai cambiamenti demografici, climatici ed economici”. È iniziato partendo da questi temi, con particolare attenzione alla situazione contingente del Cara di Castelnuovo di Porto (Roma), l’intervento al XVIII congresso della Cgil di Serena Sorrentino, segretario generale della Funzione pubblica. “Non si può arrestare la globalizzazione”, ha aggiunto: “Si può governare riassegnando il primato alla politica e non alle lobby e agli interessi speculativi, guardando ai diritti di tutti e non ai profitti per pochi”.
Sorrentino rileva che viviamo tempi in cui “prevale la scelta miope di ridurre la spesa pubblica, sia sociale sia per investimenti, e assecondare gli speculatori creando contesti che competono sull’alleggerimento dei controlli, svalorizzando il lavoro e svalutando il patrimonio pubblico”. Per costruire un’alternativa, allora, occorre costruire “una mobilitazione transnazionale su cittadinanza, welfare e lavoro, ridando regole globali alla tutela dei diritti, lottando contro le disuguaglianze, dando gambe alla battaglia per l’universalità dei diritti fondamentali, come salute, conoscenza, lavoro e protezione sociale”.
Il segretario Fp ha poi espresso grande preoccupazione per l’intervento sul reddito di cittadinanza, che “rischia di dare un colpo mortale alle politiche pubbliche per il lavoro e al sistema di politiche attive che dovrebbe essere imperniato sui Centri per l’impiego”. Per Sorrentino, se “l’esito di tutto è la creazione di un esercito di precari, i navigator appunto, sarà l’ennesima distorsione di investimenti pubblici non per migliorare il servizio pubblico ma solo per propaganda elettorale, il tutto passando attraverso la svalorizzazione anche mediatica dei lavoratori dei Centri”.
Parlando del rilancio del sistema pubblico, Sorrentino ha detto che anzitutto “vuol dire far fronte alle carenze di personale, per questo abbiamo promosso la vertenza unitaria per un piano straordinario per l’occupazione nelle pubbliche amministrazioni. In pochi anni saranno 600 mila a uscire, tra quota 100, turn over e blocco delle assunzioni, nei tempi lunghi l’amministrazione e lo spazio pubblico dimagriranno a vantaggio del privato”. Questa, ha aggiunto, deve essere “una battaglia confederale, perché noi presidiamo e garantiamo i diritti di tutti”.
Sorrentino, in conclusione, ha espresso la convinzione che “la rigenerazione del sindacato confederale poggia sul protagonismo di attivisti e delegati. Occorre sperimentare forme nuove di partecipazione dei lavoratori: solo l’esserci smonta la propaganda del superamento della rappresentanza sociale organizzata e confederale come elemento di modernizzazione delle relazioni industriali”. Da qui, e dal fatto che “il governo si prepara a una limitazione delle prerogative sindacali e, per quello che ci riguarda, a nuova rilegiferazione”, la partecipazione convinta della Funzione pubblica alla manifestazione del 9 febbraio: “Saremo in piazza unitariamente, chiarendo che per noi è solo l’inizio della mobilitazione”.