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“Una manovra ingiusta, che va contro i lavoratori”. Così Antonio, 54 anni, delegato Fiom di Padova e dipendente della multinazionale americana Lincon Electric. “Oggi sono venuto a Roma – dice – soprattutto per Maurizio Landini: è un ex operaio, è un uomo sincero, in gamba, insomma è uno di noi”. Un sentimento condiviso anche da Giovanni, 47 anni, delegato Filcams di Taranto e dipendente della Auchan. “Sono a Roma sia per manifestare contro il nulla che sta facendo questo governo sia per seguire Maurizio Landini: un compagno, uno come noi, ma con una grinta che hanno in pochi, sono certo che farà benissimo”, dice: “Ma sono qui anche per far conoscere la nostra situazione che è molto precaria. Siamo circa 200 lavoratori, andiamo incontro a contratti di solidarietà, si annuncia un periodo davvero buio”.
Anche Gianni, 38 anni, delegato Slc di Matera, è a Roma “per manifestare contro questo governo e questa manovra finanziaria, che non porterà a niente perché puramente elettoralistica”. La situazione nel suo posto di lavoro, l’azienda cartacea Main, è in lenta ripresa: “Siamo 60 dipendenti, abbiamo avuto anni difficili, affrontando la crisi con la cassa integrazione, ma ora le cose vanno meglio”. Molto preoccupata per il futuro è Maria Rosa, 60 anni, professoressa di chimica e delegata Flc di Genova: “Io vorrei che si ripristinasse l’articolo 18, che si abolissero il Jobs Act e la legge Fornero. Ma da questo governo non mi aspetto nulla: promette tanto, ma ai giovani non dà alcuna prospettiva, se non quella di un futuro lavorativo precario, sottopagato e senza diritti”.
Jao Casimir ha 22 anni, viene dalla Costa d’Avorio ed è delegato Flai di Cuneo. “Ora sono disoccupato, il mio contratto di lavoro è scaduto il 31 dicembre scorso, quindi per ora lavoro nel sindacato a tempo pieno”, spiega: “Conosco diverse lingue, quindi sono in contatto con i miei compagni africani, sono circa 360, che lavorano nei campi di mele e di kiwi. Io sono qui a Roma soprattutto per loro, per denunciare lo sfruttamento, la mancanza di diritti, la presenza di padroni senza scrupoli, che sono le situazioni ‘normali’ che s’incontrano in agricultura”.
Tommaso, 62 anni, delegato Fillea di Latina, è particolarmente arrabbiato per la questione della quota 100. “Il mio giudizio è negativo: io ho l’età richiesta, 62 anni, ma non ho i 38 anni di contributi, come del resto non li ha quasi nessuno dei lavoratori dell’edilizia, visto che le nostre carriere sono molto discontinue. Sono quindi costretto ancora a lavorare malgrado la mia età”, argomenta Tommaso. “Io sono fortunato perché l’impresa di costruzioni per cui lavoro, la Tip, ha sempre commesse. Ma in questi anni tante piccole aziende hanno chiuso, e di certo la politica del governo, così contraria alle infrastrutture, non aiuterà di certo il settore”.
In piazza a Roma c’è anche Salvatore, 52 anni, caposquadra dei Vigili del fuoco di Vibo Valentia e coordinatore Fp. “Il nostro contratto è scaduto e non ci sono le risorse per rinnovarlo, e già questo sarebbe un motivo sufficiente per manifestare”, spiega: “Inoltre l’organico è sottodimensionato, gli strumenti e i mezzi sono vetusti, il divario con gli altri paesi europei è enorme. Bisogna anche dire che noi non abbiamo alcuna assicurazione sul lavoro, il ministero stipula delle polizze private. Abbiamo più volte chiesto di essere iscritti all’Inail, ma questo non è avvenuto. Infine, pur essendo un lavoro faticoso e pericoloso, il nostro non è considerato un lavoro usurante”.