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“La notte porta cattivi consigli. Le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici sono calate da 300 a 200 milioni. In poche ore abbiamo perso per strada 100 milioni, passando così dalla mancia agli spicci”. Rossana Dettori, segretaria generale della Fp Cgil, articola così un tweet di stamattina, che dava notizia di questa “revisione economica” per il rinnovo dei contratti pubblici, e avverte: “Se le cose stanno così, daremo il via a una mobilitazione durissima”.
Lo stanziamento già irrisorio di 300 milioni per rinnovare contratti scaduti da sei anni - calcolato sempre da Dettori in 40 centesimi al giorno per ogni lavoratore pubblico – è, infatti, ulteriormente calato. Adesso siamo a 200 milioni. “Un calcolo a spanne ci dice che corrisponde a meno di cinque euro lordi al mese per ogni singolo lavoratore pubblico, giusto qualche moneta a disposizione. Un vero e proprio insulto, a dispetto della retorica di modernizzazione, efficienza e valorizzazione del lavoro nella Pa”, rincara la segretaria generale della Fp Cgil.
Contro questo che si ritiene essere, non solo per la Fp Cgil ma per l'intero fronte unitario del lavoro pubblico, un vero e proprio insulto, “una provocazione”, la risposta sarà dirompente. “Faccio onestamente fatica a prendere seriamente in considerazione queste cifre, che rispedisco al mittente - afferma la numero uno della Fp Cgil -. Ci prepariamo a una mobilitazione durissima contro un governo che regala letteralmente soldi ai ricchi calpestando, al tempo stesso, la dignità di oltre 3 milioni di lavoratori pubblici”.
Si tratta, soprattutto, di una lotta da fare in difesa del ruolo del “pubblico” e che per questo riguarda non solo i dipendenti della Pa, ma l'intero paese e i suoi cittadini. Lavoratrici e lavoratori che, spiega Dettori, “attendono il rinnovo del contratto da sei anni e che in tutto questo tempo hanno dovuto reggere un apparato pubblico vessato dall'austerità, e garantito tra mille ostacoli i servizi pubblici, finendo vittime troppo spesso (e troppo facilmente) della propaganda sui 'fannulloni'”. In questa mobilitazione a difesa dei servizi pubblici, passa anche la tenuta del servizio sanitario. “Che dire, infatti, di quell'altra bugia, quella dei soldi per la sanità che aumentano? Basta guardarsi poche cose per raffrontare lo scarto tra la verità e le falsità: il Patto della Salute che prevedeva un finanziamento per il 2016 di 115,4 miliardi, calati poi con questa manovra a 111 miliardi. Oltre 4 miliardi in meno che faccio a fatica ad inquadrare nell'Italia 'col segno più'”.
Insomma tra la cifra “irrisoria” messa a disposizione per il rinnovo e il taglio drastico delle risorse per il fondo sanitario, senza contare la scure che si abbatterà sulle prestazioni sanitarie, emerge chiara l'idea di Renzi sul destino del “pubblico” in questo paese: “L'intenzione è quella di arrivare quasi a cancellarlo, avviando un costante percorso di arretramento. È questa la linea comune degli interventi che incidono sul pubblico: dalle province alle prefetture, dal contratto alla sanità, e altro ancora”. Una deriva che non piega la Fp Cgil: “Non ci rassegniamo a questo attacco frontale. Sapremo rispondere con maggior forza. Se le cose stanno così - conclude Dettori - sarà lotta dura”.