“Siamo allo sciopero, non possiamo farne a meno. Il futuro di 80 lavoratori con contratto in somministrazione si decide in questi giorni e non c’è tempo da perdere”. A dirlo è Mauro Tudino, segretario della Filctem Cgil nazionale, dichiarando (assieme a Flaei Cisl e Uiltec Uil) lo stop generale di quattro ore dei dipendenti Sogin (l'azienda statale che si occupa di dismettere gli ex impianti nucleari italiani) per il prossimo 19 ottobre, con presidio a Roma presso la sede del ministero dello Sviluppo economico. “Visti i buoni risultati presentati dal gruppo e le garanzie sulla stabilizzazione del personale, dichiarate dall’amministratore delegato in persona negli incontri passati, non si possono far ricadere le responsabilità di questa decisione sul solo decreto dignità”.
A provocare la mobilitazione, oltre alla mancata stabilizzazione degli 80 lavoratori assunti con contratti di lavoro a somministrazione, è anche “la mancata applicazione del protocollo sull'occupabilità, firmato nell'ottobre 2017, che prevedeva la copertura delle posizioni obbligatorie, la valorizzazione della formazione, la revisione degli accordi economici e della classificazione del personale, l'incentivazione di strumenti flessibili a garanzia di una migliore conciliazione dei tempi vita-lavoro”.
A preoccupare Tudino, inoltre, è anche “l’incertezza della politica rispetto ad alcune decisioni vitali per il Paese: lo stallo del decommissioning, la rescissione dell’appalto Saipem, il ridimensionamento dell’attività di Nucleco, la scelta sul deposito nazionale di scorie nucleari che ormai sembra essere argomento tabù per l’esecutivo”. In conclusione, il segretario Filctem ricorda che “il dissenso dei lavoratori che rischiano il proprio futuro è anche quello di questo Paese che ha bisogno che si compiano velocemente scelte autorevoli, in grado di risolvere questi problemi”.