PHOTO
"Ci risulta che l’amministratore delegato della Snaitech abbia scritto a tutti i dipendenti per tranquillizzarli circa l’operazione di vendita dell’azienda a Playtech e riguardo l’applicazione dal 1 novembre del contratto nazionale del terziario. Riteniamo il comportamento aziendale preoccupante, grave e scorretto, nonché illegale, poiché, di fatto, è teso a mettere in discussione la funzione della libertà sindacale". Così in una nota il coordinatore nazionale Fiom del gruppo Snaitech, Massimo Braccini.
"L’imprenditore non è libero di esercitare i suoi poteri direttivi, gestionali ed organizzativi in modo tale da condizionare o influenzare i lavoratori nella loro libertà di scelta - sottolinea Braccini - Il datore di lavoro è tenuto all’osservanza dei doveri di correttezza e buona fede e non deve mai rinunciarvi, nemmeno nei momenti di difficoltà. Qualsiasi percorso che va oltre le normali relazioni sindacali ed il rispetto dei ruoli, abbiamo il dovere di contrastarlo, sia sindacalmente che legalmente, proprio perché lede la libertà e la dignità dei lavoratori".
Secondo la Fiom, Snaitech non può disapplicare dal 1 novembre 2018 il contratto collettivo nazionale dell’industria metalmeccanica. "Se ne facciano una ragione, siamo ancora in un paese di diritto", insiste Braccini, che rimarca come l'azienda tenti anche di "convincere i lavoratori sul roseo futuro che si sta aprendo con la vendita". "C’è però un piccolo problemino - prosegue il sindacalista Fiom - non hanno mai presentato un piano industriale alle organizzazioni sindacali e chiarito se saranno garantiti tutti i siti produttivi in Italia, quale organizzazione del lavoro (visto che Playtech opera in tutto il mondo) e se saranno mantenuti i livelli occupazionali. Il comportamento aziendale assume caratteri tesi a prevaricare le normali relazioni perché è evidente che non vi siano piani aziendali di garanzia per i lavoratori, ma solo per gli azionisti".
Secondo Braccini a questo punto "più che mai si rende necessario un confronto al Ministero dello Sviluppo Economico per verificare l’operazione di vendita aziendale a Playtech, affinché prevalga l’interesse della collettività, visto che il settore del gioco è subordinato al rilascio di concessioni pubbliche, e non del profitto privato".