"Al tavolo nazionale di trattativa aperto ormai da mesi con il gruppo Snai non era mai stato evidenziato nessun spostamento di sede sociale, mentre invece avevano annunciato che si sarebbero apprestati a stipulare l'atto di fusione per incorporazione delle varie società entro i primi giorni di novembre". Così in una nota Massimo Braccini, coordinatore nazionale Fiom gruppo Sna: "La Snai continua, in una fase delicata con l'annuncio di 95 esuberi complessivi sui circa 700 dipendenti nel gruppo, a portare avanti un'idea di gestione unilaterale del processo di riorganizzazione".
"Il piano presentato alle organizzazioni sindacali mette in evidenza lo stato della situazione del gruppo, le condizioni debitorie, i vari spostamenti di sede del personale che ad avviso dell'azienda andavano effettuate, alcune lavorazioni che dovrebbero essere diversamente gestite o spostate in altre località, interventi sui fornitori, i risparmi che intendono effettuare che comunque sono collegati anche ad un pesante ed inaccettabile esubero di personale", spiega Braccini.
"Questo tuttavia non si configura come un vero e proprio piano industriale, appare più come un indirizzo di intenti. Nel frattempo l'azienda invece sta riorganizzando e preparando un terreno che non ci convince. La scelta del cambio di sede sociale ci manda un messaggio che va letto nella sua interezza", aggiunge il sindacalista.
"Dal 9 novembre siamo chiamati a discutere ed a misurarci con l'azienda sugli ammortizzatori sociali da utilizzare riguardo la gestione della crisi, all'ultimo incontro però anche su questo aspetto abbiamo registrato una diversa impostazione, nel mentre dovremmo definire quello che sarà la Snai dei prossimi anni, quali funzioni saranno svolte in ogni sede, quale riordino ed organizzazione del lavoro, gli investimenti e le misure che possono determinare il rilancio dell'impresa e dell'occupazione. Sappia l'azienda che non permetteremo lo svuotamento e la conseguente chiusura di nessuna sede oggi esistente", conclude la nota.