La Smavit di Vitorchiano (Viterbo), azienda produttrice di vasche e piatti doccia in acciaio porcellanato, ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per 25 lavoratori (su un totale di 44). L’azienda dichiara il mancato raggiungimento del piano di risanamento, una riduzione costante del fatturato causata da una gamma di prodotti fortemente limitata per i mercati dell’Europa occidentale, Italia inclusa, e conseguentemente l’impossibilità di ottenere risultati commerciali immediati.
"Ma dopo i tanti sacrifici fatti, l’ultimo anno in particolare per via della cassa integrazione straordinaria, peraltro arrivata a scadenza, adesso non si può chiedere ai lavoratori di farsi carico di colpe che non hanno", spiega una nota di Fiom Cgil Civitavecchia-Roma nord-Viterbo, Fim Cisl Viterbo e Uilm Uil Viterbo. I sindacati chiedono all’azienda di "mettere in campo tutte le azioni necessarie per il rilancio dei prodotti, l’unico modo per salvaguardare l’occupazione di tutto il personale impiegato; non procedere con i licenziamenti unilaterali e adottare il solo criterio della non opposizione; rivedere la disponibilità al conseguente incentivo, al momento troppo esiguo, per i lavoratori che faranno questa scelta". Fiom, Fim e Uilm, in conclusione, ritengono "necessario riaprire il ragionamento sulle aree di crisi complessa per l’estensione degli ammortizzatori e del sostegno sociale anche al territorio viterbese che, crisi dopo crisi, sta subendo una rapida e preoccupante deindustrializzazione".