“Non serve l'elemosina ma risorse adeguate e certe per il diritto alla vita”. E' quanto afferma la responsabile dell'Ufficio Politiche per le Disabilità della Cgil, Nina Daita, circa lo sciopero della fame che un centinaio di disabili e malati di Sla sta portando avanti per rivendicare il rifinanziamento del fondo per la non autosufficienza.

La dirigente sindacale esprime “piena solidarietà ai malati di Sla ma anche forte preoccupazioni per le modalità della protesta che stanno portando avanti per rivendicare i fondi finalizzati al diritto alla vita”. Infatti, si domanda Daita, “come è possibile che in un paese civile e progredito, e con profonde radici cristiane, si resti indifferenti di fronte ad una azione pericolosa per la vita degli stessi malati?”.

Daita chiede quindi l’intervento immediato del governo: “Non con una elemosina, ma con risorse economiche congrue destinate e finalizzate all'assistenza e alle cure della dignità dei malati di Sla già dolorosamente colpiti dalla vita”. L'augurio, conclude, “è che la risposta arrivi presto e che soprattutto anticipi conseguenze dolorose che potrebbero accadere, data la gravità della malattia”.