In Sardegna, territorio particolarmente significativo per il settore dell’allevamento, arriva un drammatico e preoccupante segnale con l’improvvisa decisione di licenziare 13 lavoratori. I sindacati di categoria ritengono i tredici licenziamenti dei dipendenti delle Apa (associazioni provinciali allevatori) assolutamente inaccettabili.
“I lavoratori, che si sono visti inaspettatamente recapitare a casa le lettere di licenziamento, meritano rispetto e va salvaguardata la loro dignità e la loro storia occupazionale”. Lo dichiarano in una nota congiunta Raffaella Buonaguro, segretaria nazionale Fai Cisl, Sara Palazzoli, segretaria nazionale Flai Cgil e Gabriele De Gasperis, segretario nazionale Uila Uil.
“È profonda l’amarezza per un metodo che, oltre a non coinvolgere le organizzazioni sindacali, non propone percorsi di sviluppo, ma unicamente il taglio dei costi per il personale. È evidente la mancanza di capacità di riorganizzare il sistema con percorsi virtuosi che lo rilancino nel suo complesso: la centralizzazione che viene messa in campo non risponde alle necessità e alle peculiarità del territorio. Non si può pensare di rilanciare un settore con la riduzione dei posti di lavoro che diminuiscono le competenze e le attività al servizio del settore zootecnico. Per noi, i conti così con tornano. Non si va da nessuna parte definendo solo licenziamenti; questa è una strategia inaccettabile che mette in ginocchio i lavoratori e le loro famiglie”, proseguono i tre dirigenti sindacali.
“Di fronte allo smantellamento del settore, desta stupore il silenzio dell’associazione italiana allevatori, del Mipaaf, della Regione e delle organizzazioni datoriali. Tutti sono colpevoli e incapaci di gestire un sistema complesso che ha sempre ben funzionato e che ora andrebbe solo rilanciato in un’ottica più ampia collocata nella dimensione europea. Viviamo un momento cruciale per il sistema allevatori e non assisteremo al progressivo smantellamento di una nostra eccellenza, di un supporto necessario al nostro made in Italy, con la conseguente dispersione delle tante professionalità esistenti. Insieme alle organizzazioni sindacali territoriali e ai lavoratori, metteremo in campo tutto quello che sarà necessario per ridare dignità e futuro ai lavoratori e al sistema nel suo complesso”, concludono i tre sindacalisti.