Sull'edilizia residenziale pubblica “sono stati compiuti passi avanti, ma restano ancora punti d'ombra”. Lo affermano Cgil, Cisl e Uil Veneto, Sunia, Sicet, Uniat regionali, scrivendo alla commissione consiliare che domani esaminerà il nuovo testo varato dalla giunta. I sindacati chiedono modifiche “in particolare riguardo ai canoni di locazione, ai nuclei familiari più disagiati, alle tutele per anziani e disabili nelle procedure di mobilità”. Sostengono inoltre “l'urgenza di un incremento degli alloggi disponibili”.
“Il canone di locazione – si legge nel testo inviato – deve essere ricalcolato attraverso una revisione dei parametri di valutazione degli immobili, anche tenendo conto dello stato di conservazione e del loro valore reale; vanno introdotte specifiche franchigie sul patrimonio complessivo dei nuclei familiari; deve essere garantita la sostenibilità del canone, superando l’incidenza degli oneri indiretti, tenendo conto del peso delle spese condominiali e prevedendo un tetto massimo e un’adeguata progressività degli eventuali aumenti”.
“Per i nuclei familiari più disagiati, economicamente non in grado di sostenere i costi complessivi, deve attivarsi la copertura del Fondo di solidarietà, con criteri e procedure certe. Nelle procedure di mobilità vanno introdotte tutele certe per garantire che i nuclei familiari con anziani, disabili e persone non autosufficienti non possano essere sradicati dal loro contesto di vita sociale e territoriale”.
Le sigle aggiungono: “Ribadiamo infine che l'intervento prioritario e più strutturale rimane quello dell'incremento dell'offerta complessiva di alloggi disponibili, per dare gradualmente risposta alle 14 mila richieste ancora inevase e alla crescente e sempre più diversificata domanda di edilizia residenziale pubblica”.
“La disponibilità di un’abitazione, la possibilità di sostenerne i costi è una condizione che va garantita a tutti ed è uno dei principali fattori di contrasto alla povertà assoluta e relativa. Per questo – concludono – sollecitiamo la Regione a definire e finanziare adeguatamente un Piano straordinario e pluriennale di investimenti per la manutenzione straordinaria e il recupero delle 4.000 case popolari sfitte e oggi non utilizzabili e per la costruzione di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica da destinarsi a canone sociale”.