Cgil, Cisl e Uil Sicilia lanciano un appello per ottenere la modifica del decreto nazionale che stanzia 40 miliardi per saldare i debiti con le imprese, che altrimenti sarebbero costrette a chiudere e a licenziare i lavoratori. Alla Sicilia, secondo l'attuale testo, che prevede che vengano pagati solo i debiti contratti dalla pubblica amministrazione relativi alle infrastrutture, toccherebbero appena 12 milioni su un debito di 5 miliardi. Una quota consistente del debito siciliano riguarda le forniture di beni e servizi per la sanità ( nel paese il rapporto è di 40 miliardi su un debito di 90 miliardi). "Non ci sarebbe dunque - scrivono Cgil, Cisl e Uil in una nota - quella immissione di liquidità auspicata per rimettere in moto il sistema produttivo e con esso l'intera economia e l'occupazione. La crescita del rapporto tra deficit e Pil conseguente al finanziamento configurerebbe dunque, per la nostra regione, un'operazione a perdere".
I sindacati siciliani rilevano pure che "dall'operazione non verrebbe nessun ristoro per i comuni siciliani che, stretti dentro i vincoli del patto di stabilità, continuerebbero a non potere fare investimenti ed erogare servizi". Cgil, Cisl e Uil paventano la crescita del divario tra la Sicilia e le altre aree del paese e lanciano dunque un appello anche al presidente della Regione: "La situazione della Sicilia è grave e le pretese di autosufficienza non portano a nulla. La Regione deve chiedere al governo nazionale il necessario sostegno finalizzato a rimettere in moto l'economia, a rilanciare l'occupazione a tutelare i lavoratori disoccupati. In questo senso le questioni dei debiti con le imprese e del finanziamento degli ammortizzatori in deroga costituiscono un banco di prova".
Sindacati Sicilia, riscrivere decreto per saldo debiti a imprese
22 aprile 2013 • 00:00