Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal hanno presentato ricorso al Tar contro le procedure della cosiddetta “chiamata diretta”. Il ricorso, spiegano in una nota, mette in evidenza le “illegittimità” nella gestione amministrativa e nei rapporti contrattuali del personale. “Le procedure attuative del provvedimento – si legge nel comunicato – stanno generando effetti negativi in termini sia di lesione dei diritti sia della dignità professionale del personale”. Nel ricorso, oltre a impugnare le “linee di orientamento” diffuse dal ministero dell’Istruzione, i sindacati pongono ai giudici amministrativi la questione di legittimità costituzionale del provvedimento e delle norme di legge da cui trae origine.
“La legge e i provvedimenti attuativi - affermano Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal – consentendo di fatto un'assoluta discrezionalità del dirigente, ledono profondamente i principi cardine del nostro ordinamento, tra cui l'imparzialità della pubblica amministrazione, la libertà di insegnamento, il diritto all'apprendimento degli alunni nell'ambito del sistema nazionale di istruzione”. Prosegue dunque l'azione dei sindacati della scuola “per ottenere le necessarie modifiche di una riforma che sta evidenziando tutti i suoi limiti: non uno degli obiettivi della riforma sembra significativamente e compiutamente utile all'intero sistema scolastico”.