Cgil, Cisl e Uil toscane criticano il recente provvedimento della Regione che lega la concessione alle aziende di fondi comunitari all’attivazione di tirocini per i giovani: "Non ha un’efficacia dal punto di vista occupazionale e rischia di restare solo uno spot". Quello dei tirocini, spiegano i sindacati, "è uno strumento per avvicinare i giovani alle realtà aziendali, ma non è certo un lavoro vero, né rappresenta un canale di accesso efficace al mondo del lavoro, visto che in Toscana soltanto il 4,6% dei tirocini, nonostante gli incentivi, viene poi trasformato in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato nell'impresa o nel settore in cui si è svolto il tirocinio. Non è questa insomma la strada per consentire ai giovani di trovare lavoro".
"È curioso che un governo regionale che si vuol caratterizzare come ‘di sinistra’ e vicino al lavoro confonda simili strumenti, di cui oltretutto troppe aziende fanno un uso distorto e abusano, come più volte denunciato dal sindacato nelle sedi proprie, comprese le tripartite regionali – spiega una nota –. Se si voleva istituire un incentivo efficace, meglio sarebbe stato legarlo alla creazione di un posto di lavoro strutturale. Le imprese che vogliono attivare un tirocinio non hanno certo bisogno degli incentivi e delle prescrizioni della Regione Toscana".
La Regione, conclude la nota "dice di sperare che l’esperienza di uno stage o di un tirocinio si possa trasformare in un lavoro vero: sarebbe meglio che si impegnasse, con un confronto strutturato e continuo con le parti sociali che di lavoro se ne intendono, a costruire percorsi concreti che favoriscano la creazione di lavoro, piuttosto che accontentarsi di spot come questo".