I sindacati degli inquilini Sunia, Sicet e Uniat, insieme a Cgil, Cisl e Uil di Modena, hanno chiesto ai parlamentari modenesi un incontro per parlare di fiscalità abitativa. All’incontro, che si è tenuto oggi, era presente l’onorevole Davide Baruffi, al quale i sindacati hanno illustrato le loro proposte contenute nel documento unitario, presentato all’audizione del 12 giugno presso il Senato della Repubblica. Considerato che entro il 30 luglio il Parlamento dovrà varare la riforma della tassazione sugli immobili, è necessaria ed urgente una revisione dell’imposta Imu sull'abitazione di residenza, soprattutto e prioritariamente per le fasce sociali più deboli.
 
I sindacati degli inquilini ritengono necessario utilizzare questa occasione per riformare il sistema di tassazione dei redditi da locazione, con l’obiettivo di indurre comportamenti in grado di produrre una significativa riduzione del livello degli affitti. La drammaticità del disagio abitativo è evidente ed è confermato dal continuo aumento degli sfratti per morosità (i dati più recenti, emessi dal ministero degli Interni, dicono che nel 2012 nella provincia di Modena sono stati emessi 2.774 sfratti per morosità incolpevole) che ormai coinvolge centinaia di migliaia di famiglie.

Non si tratta soltanto degli effetti, pur pesantissimi, della crisi, ma di un abbandono sostanziale di una politica abitativa in grado di soddisfare le reali esigenze della domanda debole. La ripresa, quindi, di una visione organica e di prospettiva che porti rapidamente a provvedimenti conseguenti è la condizione per evitare l’esplosione di tensioni sociali di cui s'intravvedono i primi sintomi.   

Sunia, Sicet e Uniat e Cgil, Cisl e Uil, nel corso del confronto con l’onorevole Baruffi, hanno sottolineato la necessità di alcuni interventi normativi che abbiano quattro obiettivi: salvaguardare il livello di reddito delle famiglie più deboli; incentivare una progressiva riduzione dell’attuale livello degli affitti; spostare il peso della tassazione sugli alti redditi e sui grandi patrimoni; recuperare risorse da destinare al finanziamento delle politiche abitative a partire dal fondo di sostegno alla locazione, indispensabile per affrontare la gravissima emergenza, di cui gli sfratti per morosità sono il segnale più allarmante.

In particolare, le sigle degli inquilini ritengono che questo sia possibile essenzialmente attraverso: il mantenimento della cedolare secca ai soli contratti concordati e il ritorno alla tassazione Irpef per quelli liberi; un rafforzamento della lotta all’evasione fiscale nel settore, con l’introduzione della detraibilità del canone pagato dal reddito dell’inquilino, in analogia a quanto già previsto per il mutuo prima casa; la tracciabilità del pagamento del canone; la modifica dell’Imu con l’innalzamento della quota esente solo per i proprietari dell’unica abitazione in cui vivono. Inoltre, sull’Imu è necessario prevedere l’esenzione per gli alloggi di edilizia popolare pubblica e l’aliquota più bassa per i contratti di locazione a canone concordato. I sindacati chiedono sostegno ai parlamentari modenesi e auspicano che Governo e Parlamento recepiscano queste indicazioni per dare un segnale di inversione di tendenza nelle politiche abitative.