“La Fornero all'Alenia per un'ora? In fabbrica bisogna provare a lavorarci per 45 anni, cara ministra. Si può essere d'accordo o meno sull'invito ad andare a confrontarsi con i lavoratori dell'Alenia di Torino, che qualcuno della Fiom ha fatto alla ministra Fornero; io penso sia stata una scelta sbagliata. Quello che è innegabile è che con questo gesto di estrema cortesia la gravità delle politiche della Fornero e del governo Monti viene fortemente ridimensionata. La ministra ne esce persino riabilitata dagli applausi che i lavoratori, ai quali nulla si può addebitare sulla vicenda, gli concedono per il riconosciuto coraggio nell'essersi confrontata con loro ”. Così Sergio Bellavita, segretario nazionale della Fiom.
“Non sono avvezzo alle false cerimonie. Il vero coraggio è quello dei lavoratori e delle lavoratrici, dei precari, dei disoccupati, dei pensionati, di tutti coloro che si ostinano a combattere per arrivare alla fine del mese, non certo quello di una docente universitaria sicuramente benestante, sabauda nei modi, sprezzante del dissenso e che, senza nessun mandato democratico, ha determinato scelte di una violenza inaudita sulla vite delle persone che il sindacato dovrebbe rappresentare. Si, violenza, perché costringere chi guadagna, quando li guadagna, poco più di mille euro al mese, a lavorare sino e oltre i 67 anni per una pensione da fame è un atto violento che come un machete si abbatte sull'esistenza di una persona, sulla sua famiglia”, osserva ancora il sindacalista della Fiom.
“Non paga, la ministra pretende di cancellare l'articolo 18 per dare alle imprese libertà assoluta di licenziamento, per distribuire brioche ai cosiddetti esodati (termine orrendo), per tagliare gli ammortizzatori sociali esistenti e mantenere intatta tutta la precarietà. La ministra Fornero non ha bisogno di sentire la voce dei lavoratori per conoscere le conseguenze delle sue scelte politiche; sa benissimo che ai lavoratori sta chiedendo un prezzo altissimo, mentre nulla è richiesto ai redditi più alti. Non abbiamo mai invitato Sacconi o Maroni a un'assemblea in fabbrica, eppure questi ex ministri del lavoro non hanno mai fatto scelte brutali come quelle compiute adesso dalla Fornero. La ragione del non invito era legata al fatto di considerarli quantomeno avversari. Pertanto, le assemblee le facevamo noi per invitare i lavoratori a lottare contro la loro politica. Per la stessa ragione, abbiamo sempre detto no alle assemblee convocate dal padrone per parlare direttamente con i lavoratori. Forse, a prescindere dal merito, con la venuta della Fornero qualcosa è cambiato, se non nei contenuti, negli schieramenti", conclude Bellavita.
Sindacati:Bellavita (Fiom), Fornero ha sbagliato
23 aprile 2012 • 00:00