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Le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Informazione e Libersind-ConfSal si sono incontrate con Rai, assistita da Unindustria-Confindustria, sulle politiche attive, al fine di verificare spazi per recuperare la trattativa interrotta il 24 ottobre scorso.
“Il confronto si è rivelato insoddisfacente – affermano i sindacati –: la direzione del personale ha ribadito l’impossibilità di definire un accordo che preveda un recupero quantitativo dell’organico di produzione congruo a mantenere inalterate le attività dei centri di produzione e delle sedi regionali, ha posto un limite quantitativo sull’estensione delle tutele contro il licenziamento per gli assunti successivamente al 7 marzo 2015, non ha portato numeri chiari sia per il recupero delle figure apicali in uscita per esodo, sia sulle stabilizzazioni degli atipici”.
La parte sindacale ha dichiarato che, in assenza di un avanzamento sulla materia, il 29 ottobre, data destinata al confronto anche sul premio di risultato, chiederà un incontro urgente all’amministratore delegato, visto che lo scoglio per la definizione di un accordo equilibrato sembrerebbero essere le previsioni del piano industriale. Con il coordinamento si valuterà l’immediato avvio delle procedure di sciopero.
“Abbiamo chiarito la nostra assoluta contrarietà al sempre più evidente smantellamento delle attività produttive, alla chiusura delle riprese esterne pesanti e leggere, alla dismissione dei mezzi Ita, alla chiusura della esterna di Firenze, alla perdita di molte attività pregiate, come allestimento studi e laboratori di manutenzione, oggi realizzate internamente da maestranze operaie e tecniche dei centri di produzione. Se questo dovesse essere il ‘'progetto’, sarebbe un colpo alla credibilità di tutto il management aziendale e porterebbe, inevitabilmente, alla proclamazione dello sciopero e ad avviare una interlocuzione con i ministeri competenti e le istituzioni a difesa del servizio pubblico”, concludono le diverse sigle.