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A fronte della grave situazione sociale, politica ed economica che stanno vivendo la Spagna, l’Italia e l’Unione europea, e in occasione dell’incontro, previsto per il prossimo 2 agosto a Madrid, tra il primo ministro della Spagna, Mariano Rajoy, e il primo ministro dell'Italia, Mario Monti, i Segretari generali dei sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil e di Ccoo e Ugt della Spagna inviano una dichiarazione ai governi di entrambi i paesi, ai Leader delle istituzioni europee e all’opinione pubblica. Il testo è firmato Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti, Ignacio Fernandez Toxo e Candido Mendez. Ecco il testo della dichiarazione.
1. L'incapacità e la mancanza di volontà politica delle istituzioni europee - Consiglio, Commissione e Banca centrale europea - nel risolvere la crisi del debito sovrano europeo, da più di due anni e mezzo, nonostante la vasta gamma di misure che potrebbero e dovrebbero essere applicate, sta generando una grave crisi politica in seno all'UE.
2. E' assolutamente inaccettabile che in tutto questo periodo le finanze pubbliche europee siano state in balia dell'azione degli speculatori nei mercati azionari e del debito. In primo luogo ciò è accaduto con la caduta di Grecia, Irlanda e Portogallo e ora sono sotto attacco la Spagna e l’Italia. Se questo attacco andrà in porto, si determinerà una crisi irreversibile della moneta unica e, probabilmente, della stessa UE. In questa situazione, l’azione dei Governi si sta rivelando inefficace in termini di politiche appropriate per affrontare e risolvere i gravi problemi di fondo.
3. Non è più sostenibile un’area di moneta comune in cui alcuni Stati sono obbligati a pagare tassi di interesse insostenibili per i loro debiti, rendendo l'onere finanziario la voce principale e in continua crescita dei loro bilanci, mentre altri Paesi si finanziano gratuitamente, nella stessa valuta, con tassi di interesse negativi, in termini reali e persino nominali.
4. Le politiche di austerità e tagli di bilancio e le riforme sociali e strutturali imposte dalle istituzioni dell'Unione europea dal maggio 2010 sono inadeguate e inappropriate. Progettate solo per raggiungere livelli più bassi di disavanzo e del debito degli Stati, in un breve lasso di tempo, e quindi recuperare la "fiducia del mercato" anche a scapito di un enorme costo sociale, tali misure non hanno né raggiunto gli obiettivi né guadagnato alcuna fiducia. Al contrario, la sfiducia dei mercati verso le finanze pubbliche spagnole e italiane, misurata dal valore del premio di rischio – lo spread – è ora molto più elevata: di almeno quattro volte.
5. Le misure di austerità e le riforme strutturali hanno indebolito la domanda interna producendo una nuova recessione e un aumento della disoccupazione fino a livelli insostenibili. Nel corso della storia nessun paese ha affrontato e sconfitto la recessione attraverso l'attuazione di tali politiche. Al contrario, queste politiche hanno esacerbato e prolungato la recessione. Questo è quello che è successo, tra i molti altri esempi storici, con la crisi del 1929 la quale, attraverso le politiche di austerità e tagli di bilancio, è diventata la Grande Depressione.
6. Le cosiddette riforme strutturali promosse dalla UE, hanno generato una profonda erosione dei diritti sociali e del lavoro, la riduzione del ruolo dello stato e un profondo attacco al dialogo sociale e alla contrattazione collettiva. Il modello sociale europeo, uno dei tratti distintivi della UE, è stato messo in discussione, mentre è aumentata considerevolmente in molti Paesi, in particolare Spagna e Italia, la disoccupazione, la povertà e la diseguaglianza. Il contratto sociale su cui è stata costruita l'UE si è spezzato.
7. Il rafforzamento degli strumenti di governance economica, come il nuovo “Trattato per la stabilità, il coordinamento e la governance” (fiscal compact) sancisce i principi di una economia politica più conservatrice e neoliberista con una visione molto limitata di ciò che è, e dovrebbe essere, la governance economica. E' solo un trattato sul controllo di bilancio che comporta il trasferimento di sovranità, mezzo principale dei governi di fare politica, a funzionari della Commissione europea senza alcun controllo democratico. Gli orientamenti per rafforzare nel futuro l’Unione Economica e Monetaria, discussi al recente vertice del Consiglio, dimenticano completamente la componente sociale della costruzione europea e tacciono, o trattano con vaghezza, le tematiche della democrazia politica europea.
8. Tutto questo sta aumentando la diffidenza ed il discredito verso le istituzioni europee da parte di un numero sempre crescente di lavoratrici e lavoratori e di cittadini europei.
Nella situazione di emergenza che vivono i nostri due Paesi e l'Unione europea ed in rappresentanza dei lavoratori dell’Italia e della Spagna, chiediamo al primo ministro italiano, Mario Monti, e al primo ministro di Spagna, Mariano Rajoy, di adottare una posizione comune ferma e risoluta nella difesa degli interessi della stragrande maggioranza della popolazione di entrambi gli Stati e dell'UE, e di ricercare alleanze politiche necessarie all’ approvazione di tale posizione comune che dovrebbe contenere almeno :
a. L'adozione immediata di misure necessarie per garantire che i titoli pubblici in Spagna e in Italia possano essere emessi a tassi d'interesse ridotti, per garantire ai nostri Stati la liquidità necessaria attuale e la solvibilità futura. Tra i mezzi necessari dovrebbe esserci l’acquisto da parte della BCE del debito nei mercati primari o secondari, o da parte dei fondi di stabilità finanziaria, con la garanzia illimitata della BCE e senza l'imposizione di condizioni che comportino tagli di bilancio e sociali che implicherebbero ulteriori depressioni economiche. Allo stesso modo, dovrebbero essere vietate in modo permanente e in tutto il territorio della UE, le operazioni speculative "a breve" sui mercati azionari e del debito.
b. Subito dopo occorre procedere alla conversione di una parte del debito degli Stati dell'UE in debito europeo: Eurobond garantiti dalla BCE. Stabilire una normativa rigorosa e unitaria delle istituzioni e dei mercati finanziari. Modificare lo statuto della BCE per assegnarle poteri da prestatori di ultima istanza. Applicare la tassa sulle transazioni finanziarie i cui proventi devono essere finalizzati all’attuazione di programmi per la crescita e l’occupazione. Stabilire misure di lotta verso i paradisi fiscali e combattere l'evasione fiscale a livello europeo.
c. Adottare misure urgenti per promuovere la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, compresa l'adozione di un forte piano di investimenti europei (il piano recentemente approvato è estremamente limitato, con soli circa 10.000 milioni di nuovi finanziamenti). Realizzare il percorso della crescita economica è necessario anche per ridurre il deficit e il debito pubblico: è pertanto essenziale prorogare i termini per il raggiungimento degli obiettivi del patto di stabilità. Devono essere poi attuate politiche fiscali volte innanzitutto a ridurre la tassazione sul lavoro e a garantire una migliore redistribuzione della ricchezza prodotta. Così come necessitano politiche industriali che rafforzino la partecipazione del sindacato al fine di aumentare la capacità competitiva e la coesione sociale del Paese
d. Approvare piani speciali di aiuto per riattivare le economie dei paesi "salvati"- Grecia, Irlanda e Portogallo -, evitando condizioni draconiane che conducono ad una profonda depressione che rende impossibile la realizzazione degli obiettivi dei piani di salvataggio ed il recupero di solvibilità. In questi piani, l'investimento dovrebbe essere accompagnato da un sostegno sociale per mitigare i danni delle dure e controproducenti misure di consolidamento fiscale.
e. Intraprendere da subito, e con azioni concrete, il cammino federale dell’Unione Europea che conduca alla costruzione degli Stati Uniti d’Europa. La mancanza di una reale architettura politica europea che sostenesse quella monetaria, deficitaria per altro della componente economica, è stata alla base delle problematiche di legittimità ed efficacia dell’azione dell’Unione Europea. Per tali ragioni occorre oggi un impulso risoluto e univoco per un’Europa più integrata, specie sotto il profilo politico, quale precondizione di un progetto che garantisca democraticità, stabilità e competitività dell’intero sistema.
I segretari generali dei sindacati italiani e spagnoli riaffermano l’impegno per l'approfondimento dell'integrazione europea, respingendo approcci di eccessivo rigore e carenti di valutazioni e implicazioni di carattere sociale e di sviluppo. E’ necessario un governo economico dell'Europa, indispensabile per la zona euro, ma questo governo deve essere basato su una politica fiscale comune che garantisca la progressività e l'adeguatezza della tassazione tanto a livello degli Stati membri quanto a livello di istituzioni dell'UE. Eppure, il tema della tassazione appare sfumato nelle più recenti proposte per il rafforzamento della governance europea.
Vogliamo una governance più economica e politica della Ue, ma a patto che vi sia maggiore democrazia, molta più democrazia nel funzionamento delle istituzioni europee. Il sindacato spagnolo e quello italiano sostengono i cambiamenti politici e giuridici volti a rafforzare le istituzioni europee, cambiamenti che devono essere compresi in un nuovo contratto sociale europeo, come quello proposto dalla Confederazione europea dei sindacati. Un contratto sociale per preservare, migliorare e rinnovare il modello sociale europeo.
Infine, vogliamo sottolineare che ogni riforma istituzionale deve essere realizzata con la partecipazione delle parti sociali, che rappresentano gli attori dell'economia e del lavoro, e tutti i cittadini europei. E' l'unico modo per superare il discredito e la diffidenza verso le istituzioni europee che negli ultimi anni non si sono rivelate all’altezza della situazione e talvolta hanno adottato politiche tanto ingiuste quanto inefficaci dal punto di vista della crescita economica.