“Il federalismo fiscale rischia di essere per la Sicilia una strada in salita, col pericolo di ulteriori arretramenti. L’isola, benche’ dovrebbe essere rodata sull’argomento in virtu’ dell’autonomia speciale, arriva infatti agli appuntamenti previsti con una situazione di debolezza degli enti locali e della regione(quest’ultima con una squilibrio strutturale tra entrate e uscite pari a 4 miliardi), con bassi livelli di pil e alti di spesa pubblica e con standard non soddisfacenti nei servizi, a  partire dalla sanita’. E’ la tesi della Cgil siciliana, illustrata oggi (18 giugno) dalla segretaria generale, Mariella Maggio in apertura di un convegno dedicato al federalismo fiscale.

“E su tutti - ha aggiunto Maggio - il problema dei problemi: la responsabilita’ fiscale e l’autonomia di entrata e di spesa - ha sottolineato - presupporrebbero infatti una classe dirigente di qualita’, che alla Sicilia manca”. Maggio ha anche illustrato alcuni dati sulle difficolta’ dell’isola, che a fronte di una popolazione pari all’8,7% dell’Italia produce appena il 5,7% del Pil mentre la spesa pubblica rappresenta il 71%. Al Nord invece la quota del Pil sul totale nazionale risulta maggiore della quota della spesa pubblica. Gli indicatori di autonomia tributaria e finanziaria degli enti locali rivelano inoltre un gap del 30% rispetto al resto del paese (Italia 71,6%, Sicilia 40,7%). I comuni siciliani presentano inoltre in media una minore incidenza delle spese per il welfare sulle spese correnti. “Se la spesa e’ 100- ha detto Maggio- i comuni dell’isola ne spendono sul welfare appena il 19%, percentuale peraltro in trend decrescente”.

A queste difficolta’ si aggiungono
i tagli della recente manovra correttiva “che - ha sottolineato - aggraveranno la situazione degli enti locali”.”In questo quadro e al di fuori della conformita’ costituzionale che garantisce l’unita’ nazionale e la solidarieta’ tra territori per assicurare ai cittadini livelli minimi di prestazioni e condizioni di vita dignitose- ha sottolineato la segretaria della Cgil- il federalismo fiscale rischia di dare un duro colpo alla coesione sociale e di sancire un percorso di secessione del Mezzogiorno dal resto del paese