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“Per ora siamo intervenuti, non permettendo all'azienda di inviare le lettere di licenziamento ai lavoratori della Carpigiana Service, perché questa era evidentemente l'intenzione. E tutto ciò nonostante sia in corso il procedimento per la mobilità che si concluderà a febbraio. Questo ci permette di guadagnare un po' di tempo, per discutere con l'azienda e cercare di trovate il modo di ricollocare questi lavoratori”. E' quanto ha detto Cesare Pizzolla, segretario della Fiom Modena ai microfoni di RadioArticolo1.
La vicenda è balzata ieri, 4 gennaio, agli onori delle cronache. Al rientro al lavoro, dopo le feste natalizie, 38 lavoratori della cooperativa si sono trovati con lo stabilimento di Modena completamente svuotato del materiale di lavorazione, i cancelli chiusi e un ingente schieramento di carabinieri e Digos a presidiare il capannone. Si conclude così, drasticamente, una vertenza che in realtà ha avuto le sue premesse nei mesi scorsi. La scorsa primavera, infatti, i sindacati e i lavoratori avevano manifestato contro la cooperativa e contro la ditta metalmeccanica Cbm, unico committente, “per via delle condizioni contrattuali a cui erano sottoposti i dipendenti. Gli operai svolgevano per Cbm prevalentemente mansioni da metalmeccanici, ma erano inquadrati nel contratto della logistica.
“Hanno svuotato l'azienda delle materie prime, che erano di proprietà della ditta Cbm in qualità di committente unica, i banchi invece sono ancora lì ma non hanno un grosso valore - ha concluso Pizzolla -. Riprenderemo la trattativa sulla mobilità solo ed esclusivamente se l'azienda verrà riattivata. Il nostro obiettivo è trovare una soluzione complessiva alla vicenda, dobbiamo ricollocare tutti i lavoratori che non vorranno uscire volontariamente”.