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Si fermano ancora i piloti Ryanair. Non in Italia, dove la normativa impedisce di scioperare fino al primo settembre, ma in altri 5 importanti paesi dell'Ue: Irlanda, Svezia, Belgio, Olanda e Germania. Le richieste però sono le stesse dello sciopero effettuato anche nel nostro paese a fine luglio e cioè migliori condizioni contrattuali e retribuzioni più elevate. Le dimensioni di questa nuova protesta saranno molto consistenti, con la cancellazione di quasi 400 voli (250 da e per la Germania e 146 negli altri paesi) su 2.400 voli in Europa, con circa 55 mila passeggeri coinvolti.
"Avremmo aderito volentieri allo sciopero europeo di domani - spiega Fabrizio Cuscito, coordinatore nazionale del trasporto aereo della Filt Cgil - ma è stato comunque un successo enorme". La richiesta dei sindacati - sottolinea Cuscito - è di avere "per tutti i piloti Ryanair, che in parte sono assunti da agenzie interinali, il medesimo contratto collettivo; inoltre, diritti in materia di welfare e la libertà di potersi iscrivere al sindacato".
In una lettera aperta inviata al Parlamento europeo e alla Commissione europea, i sindacati dei trasporti europei Itf (International transport federation) ed Etf (European transport federation) chiedono di intervenire sul "vuoto legislativo" che consente alla compagnia aerea low cost di contrattualizzare i propri equipaggi senza far riferimento alle norme del paese in cui è collocata la loro base, spostandosi in altri dove la legislazione è più favorevole.
"Ryanair - si legge nella lettera aperta - ha ancora molta strada da fare prima di essere considerata giusta con i propri dipendenti. E le mobilitazioni continueranno finché la compagnia non farà accordi giusti con i sindacati, ma per fare questo Ryanair ha bisogno di un management che capisca l'importanza della dimensione sociale della compagnia e dia legittimazione alle richieste dei propri lavoratori".
Dunque, secondo il sindacato europeo ed internazionale "la questione centrale è se l'attuale management si capace di dare vita ad una transizione verso un modello di business sostenibile e sindacalizzato. Ed è tempo che anche l'Europa contribuisca a trovare una soluzione a questi problemi".