“E’ positivo che si stia scrivendo la parola fine all’esperienza del ghetto di Rignano. Avevamo sempre richiesto che lo sgombero di quel luogo malsano, insicuro, crocevia di interessi criminali, fosse accompagnato da misure di accoglienza alternativa. Ci sembra sia quello che sta avvenendo in queste ore, nonostante non tutti i lavoratori abbiano accettato il trasferimento in altre strutture. Occorre portare a termine la cancellazione del ghetto dalle mappe e garantire a tutti i lavoratori un luogo di dignità e diritti”. E’ quanto dichiarano Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia, e Maurizio Carmeno, segretario generale della Camera del Lavoro di Foggia.
“Si è affrontato un fatto diventato strutturale negli anni con una logica emergenziale. Si sono accesi i riflettori su quei luoghi solo in coincidenza di fatti di cronaca o in avvio di campagna del pomodoro. Reclamavamo una strategia complessiva che affronti il tema dell’accoglienza di migliaia uomini e donne che contribuiscono a far vivere un settore strategico per la Puglia qual è quello primario”.
Gesmundo e Carmeno concludono ricordando come “in Capitanata esistono altre situazioni di degrado, altri ghetti dove vivono anche minori: da Borgo Tressanti a Borgo Libertà, da Orta Nova a Borgo Mezzanone assieme a quelli di altre province . Occorre chiudere tutti i ghetti sia per garantire a tanti lavoratori stranieri un’esistenza dignitosa, ma è necessario farlo anche per sottrarre terreno a sfruttatori e caporali. Per questo servono anche politiche del lavoro, serve vigilanza e repressione per chi non rispetta le norme. Per questo chiediamo alla Prefettura di Foggia e a quella di Bari che ha il compito di coordinamento a livello regionale di tenere dei tavoli aperti, degli osservatori, con il ruolo di raccordo con il governo centrale ma anche con la Regione e i Comuni e le parti sociali, per definire impegni e azioni anche in vista della prossima stagione estiva, quando la presenza di migranti aumenta in misura esponenziale in Puglia”.