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Ieri sera, 14 settembre, si è tenuto il tanto atteso incontro tra i vertici della società Gosource Group, le istituzioni locali e le i sindacati nazionali e territoriali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, nella sede del Ministero dello sviluppo economico. La riunione, seppure salutata con soddisfazione dalle parti, è stata, secondo i sindacati, “fortemente interlocutoria”, un primo approccio tra soggetti protagonisti della partita “che necessita di essere approfondita, in un percorso ancora condizionato da una serie di variabili che dovranno essere monitorate a partire dai prossimi giorni”.
Il piano “dichiarato, solo verbalmente dal Manager del gruppo incaricato di realizzare l’operazione di acquisizione e la ripartenza della produzione Wei-Ming Shen”, prevede infatti un investimento di 23 milioni di euro, da realizzarsi nell’arco di un massimo di 36 mesi. A conclusione del percorso è prevista una capacità produttiva di 30.000 T/A, con l’occupazione che si attesterebbe tra i 100 e i 120 addetti complessivi. L’obbiettivo è quello di aumentare le vendite tra gli attuali clienti e la ricerca di nuovi. Il momento attuale “è propizio”, a detta di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, iin quanto la chiusura di diversi stabilimenti di produzione di elettrodi nel mondo, ha ridotto l’offerta disponibile sul mercato. “Per questo è necessario velocizzare, il più possibile, le operazioni arrivando quanto prima alla produzione”.
Il percorso complessivo presentato si divide in tre fasi. La prima, di 6 mesi, avrà inizio dal momento della conclusione dell’operazione di acquisizione della proprietà del sito e sarà necessaria per effettuare i lavori preliminari necessari al riavvio degli impianti; nel primo periodo si partirà con l'attivazione delle fasi finali del ciclo produttivo, utilizzando il prodotto semilavorato che proveniente dagli altri stabilimenti di produzione, così da immettere quanto prima elettrodi del sito narnese sul mercato.
La seconda fase, di 18/24 mesi, necessari al completamento dell’impiantistica utile all’attivazione di tutte le fasi di lavorazione. E la terza fase: 36 mesi entro il quale lo stabilimento deve essere in grado di raggiungere la massima capacità produttiva.
Le operazioni di bonifica sono il primo elemento che incidono sulla data di partenza dell’operazione, in quanto qualsiasi attività di investimento inizierà solo dopo l’acquisizione definitiva della proprietà dell’area, da parte di Gousource Group, che sarà possibile solo dopo la conclusione delle operazioni di bonifica ambientale. Qui, per i sindacati, è presente “un problema nel problema in quanto il sito produttivo è composto da due aree ben definite cosiddette Narni 1 e Narni 2”. La prima rappresenta l’area della vecchia produzione sulla quale insiste un obbligo di bonifica più pesante e soggetta a verifiche e rilievi periodici che sommerebbero complessivamente 7 anni di attività. Nella seconda area, quella dell’attuale stabilimento produttivo, le operazioni di bonifica dovrebbero, invece, concludersi entro la fine dell’anno. Da qui la necessità di dividere i percorsi differenti delle due aree, così da velocizzare le autorizzazioni necessarie, a partire dall'AIA e la conseguente acquisizione della proprietà di Narni 2 nei primi mesi dell’anno prossimo. Le istituzioni locali hanno dichiarato la necessità di incontrare il soggetto imprenditoriale, trovato dalla stessa Gosource, che si impegnerebbe, finita la bonifica, sull’utilizzo dell’area Narni 1.
È stato anche affrontato il tema delle buone relazioni industriali, quale strumento per creare le migliori condizioni, evitando inutili frizioni tra lavoratori ed azienda, che purtroppo hanno rappresentato una costante durante l’operazione.
In ultimo, “ma primo per importanza”, è stato posto all’attenzione di Mr Shen, il tema dell’occupazione, ovvero la priorità degli ex lavoratori Sgl, visto lo spettro, per alcuni, e la certezza
per altri della fine degli ammortizzatori sociali, alleviata al momento solo dalle possibilità di trovare strumenti all’interno di quanto previsto per il tema nello status dell’area di crisi complessa.
Per concludere, i sindacati, affremano che si è trattato di “un incontro importante per la presenza, per la prima volta, di un soggetto industriale del settore, impegnato nel rilancio del sito, attraverso la sottoscrizione di una manifestazione di interesse vincolante”, ma si tratta comunque di “una strada ancora irta di problematiche e nodi da sciogliere tutta da percorrere, che per la prima volta lascia intravvedere una flebile luce in fondo al tunnel, dopo le vicende poco edificanti degli ultimi anni”.