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L'Umbria come “caso di studio”, una regione ex rossa, terra simbolo di pace e accoglienza, governata per 50 anni dalla sinistra, che oggi è divenuta roccaforte della destra leghista e del populismo targato 5 Stelle. “Cosa ha portato a questa mutazione?”, si è chiesto nel suo intervento al congresso della Cgil nazionale a Bari Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell'Umbria.
“Sicuramente c'è una responsabilità della sinistra e della sua classe dirigente, che anche noi come sindacato dobbiamo assumerci – ha detto Sgalla – tuttavia questo non basta a spiegare ciò che è successo”. Il segretario umbro individua allora alcuni elementi che, nel corso degli ultimi 10 anni, hanno “frantumato un modello economico, politico e sociale”. Il primo è il tracollo economico: “Nel 2007 il Pil procapite della nostra regione era pari al 95% della media nazionale – ha ricordato - nel 2017 siamo scesi all'83%. In termini assoluti, in un decennio, l'Umbria ha perso 16 punti di Pil, il secondo peggior risultato tra tutte le regioni italiane”.
A questo va aggiunto, secondo Sgalla, l'attacco delle politiche di austerità al welfare, che è stato indebolito al punto di “non riuscire più a compensare le fragilità economiche e il ritardo strutturale in termini di redditi da lavoro e pensione. Non a caso sono esplose disuguaglianze che erano sconosciute in precedenza”.
Il rapporto complesso con le multinazionali, Da Thyssen a Nestlé, fino agli indiani di Jindal, per stare all'attualità della vertenza Treofan, l'allarme infrastrutture (“gravissima la chiusura della E45 che isola ancora di più l'Umbria”) e la questione dello spopolamento, aggravata dopo il sisma del 2016, sono gli altri aspetti evidenziati da Sgalla, che ha poi ricordato gli sforzi che il sindacato ha messo in campo negli ultimi anni: dal Piano del Lavoro per l'Umbria, al riconoscimento dell'area di crisi complessa per Terni, dall'impegno costante per la ricostruzione post-sisma, al confronto, insieme a Cisl e Uil, sul nuovo piano sanitario regionale, sul mercato del lavoro, per la legalità e la sicurezza sul lavoro.
“Eppure – ha concluso Sgalla - anche noi, nonostante il congresso e nonostante la nostra meritoria presenza a fianco di chiunque sia in difficoltà, siamo in molti casi visti come casta, come parte del problema. Ecco, allora, a partire dall’esperienza di una piccola regione ex rossa, dobbiamo freddamente capire cosa abbiamo sbagliato, cosa dobbiamo cambiare. Il congresso è l’occasione per fare questa riflessione”.