"Noi bambini vorremmo avere un futuro meno nero. Abbiamo scritto questa lettera dopo aver visto i nostrigenitori rimasti a casa per quasi due anni e aver sentito i discorsi che sono stati fatti sia in casa che da voi istituzioni. Le nostre vacanze estive sono iniziate, ma non sono come ce le aspettavamo". A scrivere queste parole in una lettera rivolta a tutte le istituzioni, sono i figli dei lavoratori della Seves, azienda fiorentina specializzata nella produzione di mattoni in vetro i cui lavoratori sono in cassa integrazione da 18 mesi.
I figli dei lavoratori chiedono "quali soluzioni, le citate istituzioni sono in grado di portare avanti" e "quando potremo vedere i nostri genitori un po' più sereni visto quello che sta succedendo". Il prossimo anno scolastico, proseguono, "vorremmo sapere se potremo svolgerlo o se insieme ai nostri genitori dovremo lasciare la Toscana. Oppure potremo restare in questa Regione e in queste città con i nostri amici, con i nostri insegnanti?".
I bambini degli operai Seves, spiegano di aver "sperato insieme ai nostri genitori che l'incontro dell'11 giugno scorso, avrebbe portato per lo meno a una data nella quale ci sarebbe stata la ripartenza della ditta nella quale lavorano i nostri genitori. Siamo rimasti male quando abbiamo saputo che ancora una volta non c'erano novità".
Seves, i figli degli operai scrivono alle istituzioni
23 giugno 2010 • 00:00