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Prosegue in Germania la vertenza salariale lanciata dall’Ig Metall, il più grande sindacato europeo di categoria coi suoi 2,3 milioni di iscritti nell’industria metallurgica, elettronica, automobilistica e tessile (tra gli altri: Siemens, ThyssenKrupp, Volkswagen, Daimler e Porsche).
Nella settimana che si chiude si è aperta la fase degli scioperi di avvertimento, che hanno riguardato soprattutto Baviera, Nordreno-Vestfalia, Baden-Wurttemberg (dove l’11 gennaio si è svolta la terza tornata di colloqui tra imprese e sindacato), Bassa Sassonia, Berlino, Brandeburgo, Assia e Turingia. Decine di migliaia di lavoratori della filiera Daimler e Siemens, della Otis (ascensori), di Bombardier e VW – solo per citare le aziende più note tra le oltre 150 coinvolte nella protesta – si sono fermati a sostegno delle rivendicazioni sindacali.
L’Ig Metall chiede aumenti in busta paga del 6% e la possibilità di autoridursi l’orario settimanale di lavoro da 35 a 28 ore, senza autorizzazioni aziendali, per i genitori di bambini piccoli e per i lavoratori che si prendono cura di un familiare. La riduzione dell’orario (chiesta dallo stesso sindacato che per primo contrattò le 35 ore settimanali) è una rivendicazione che, se facesse breccia, marcherebbe una svolta epocale in Germania e non solo.
Nella piattaforma del sindacato, le 28 ore dovrebbero essere reversibili, con il rientro a stipendio pieno garantito, e durare al massimo due anni, né dovrebbero causare sovraccarichi di lavoro o straordinari per i colleghi che restano a tempo pieno. Dovrebbero essere compensate, invece, con nuove assunzioni.
Le aziende, rappresentate da Gesamtmetall, non considerano l’orario di lavoro un capitolo negoziabile nel round salariale. E offrono un aumento del 2% a partire da aprile e il pagamento di una tantum di 200 euro per i mesi da gennaio a marzo. L’associazione dei datori di lavoro metalmeccanici minaccia di portare la vertenza in tribunale.
In genere le parti trovano un accordo, e gli scioperi di avvertimento - con i lavoratori che incrociano le braccia per qualche ora davanti ai cancelli delle fabbriche o nelle piazze cittadine - sono una prassi del processo negoziale per il contratto collettivo in Germania. Ma questa volta l’Ig Metall non ha alcuna intenzione di mollare la presa, e già avverte che, senza risposte, porterà il conflitto a livello nazionale.
“Abbiamo cominciato con gli scioperi di avvertimento e li aumenteremo nei prossimi giorni”, ha dichiarato Jörg Hoffman, presidente Ig Metall, alla Passauer Neue Presse. “Poi vedremo se ha senso continuare a trattare, se invece estendere gli scioperi di avvertimento oppure se consultare la base su uno sciopero generale”. È dal 2003 che l’Ig Metall non organizza uno sciopero nazionale e illimitato.
“Le nostre richieste sono economicamente ragionevoli, accessibili e le giuste risposte al mondo del lavoro moderno”, gli ha fatto eco Bernd Kruppa, dirigente dell’Ig Metall Lipsia, parlando con la Leipziger Volkszeitung. “L'economia tedesca è in piena espansione, gli ordini sono in crescita e le previsioni per il 2018 sono buone”, ha aggiunto.
Secondo molti analisti, la proposta delle 28 ore rientra nella strategia del sindacato all’alba dell’industria 4.0, ossia la quarta rivoluzione industriale che porterà le fabbriche ad avere bisogno di meno operai, ma più specializzati.